Corrado Cagli
Pordenone, Parco
fino al 30 gennaio 2011
In occasione del centenario della nascita di Corrado Cagli, il Museo Civico d’Arte di Pordenone organizza una grande mostra intitolata “Corrado Cagli e il suo magistero. Mezzo secolo di arte italiana dalla Scuola Romana all’Astrattismo”, che inaugura gli spazi espositivi della Galleria d’arte moderna e contemporanea. Originale creatore di maioliche di gusto straordinariamente moderno nella sua prima giovinezza (applicando un linearismo déco consapevole dell’estetica internazionale, con echi persino picassiani), Cagli fu tra i promotori del muralismo italiano (parallelamente a Sironi) ed esordì come pittore nel gruppo iniziale della “Scuola Romana” (con Capogrossi e Cavalli). Nel contesto italiano del dopoguerra, egli rappresentò un nodo centrale per le tendenze astratte che caratterizzarono le tendenze estetiche di quegli anni, elaborando opere di grande originalità e teorizzando un prolungamento del “primordio” che influenzò ad esempio la svolta astratta di Capogrossi.
Dopo una fase puramente astratta, Cagli recuperò originalmente l’espressione figurativa, favorito anche da un’abilità tecnica stupefacente, alternando senza soluzione di continuità entrambe le ricerche. Questo apparente eclettismo, che antepone l’estro e il genio pittorico all’assolutismo ideologico che caratterizzava le scelte di campo di quegli anni postbellici, fu uno dei motivi che, al di là del successo straordinario conseguito in vita, ha contribuito in seguito a collocare criticamente la sua figura in una zona umbratile e poco definita dell’arte europea. La mostra, organizzata dal Comune di Pordenone in collaborazione con l’Archivio Cagli, è curata da Fabio Benzi e Gilberto Ganzer. Catalogo Skira.
Cobra e l’Italia
Roma, Gnam
Fino al 13 febbraio 2011
La mostra “Cobra e l’Italia”, realizzata dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna in collaborazione con l’Ambasciata del Belgio e l’Accademia Bellica, nata per festeggiare il semestre di presidenza belga dell’Unione europea, trae spunto anche dalla vicinanza fra la Galleria nazionale d’arte moderna e le Accademie di Belgio, Olanda e Danimarca, le tre nazioni dalle quali provenivano gli artisti e i poeti che, nel 1948, avevano scelto come nome del loro gruppo l’acronimo formato dalle iniziali delle città di Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam. Di questo movimento, caratterizzato da una totale libertà d’espressione all’insegna della creatività collettiva, è sempre stata poco studiata la fase successiva allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1951. Nello sviluppo di “Cobra dopo Cobra” svolse un ruolo importante la cittadina ligure di Albisola, famosa per la produzione della ceramica, dove già trascorreva l’estate Lucio Fontana e dove, nel 1954, si stabilì il danese Asger Jorn su impulso di Enrico Baj che, insieme con Sergio Dangelo, aveva presentato a Bruxelles nel 1952 il manifesto del “Movimento nucleare”. L’attività di Jorn a Albisola e nei suoi laboratori (quello di Tullio Mazzotti detto Tullio d’Albisola e poi quello San Giorgio dei fratelli Poggi) attirò ben presto nella località della Riviera di Ponente altri artisti che avevano fatto parte di Cobra: Karel Appel e Corneille, coinvolti nei primi “Incontri internazionali della ceramica”, Serge Vandercam e Maurice Wyckaert, che aveva aderito anche al “Movimento per una Bauhaus immaginista” fondato da Jorn e Pinot Gallizio. Contemporaneamente, molti ex Cobra cominciarono a esporre in Italia sia nelle gallerie private, a partire da quelle di Carlo Cardazzo, sia alla Biennale di Venezia sia nelle rassegne di Palazzo Grassi promosse da Paolo Marinotti. La mostra, progettata da Denis Laoureux, e con la curatela di Matilde Amaturo, direttrice del Museo Hendrik C. Andersen, mette in evidenza anche il collegamento fra la presenza di Jorn a Albisola, l’influsso delle sue sculture in ceramica in Belgio e il rilancio di Cobra tentato da Christian Dotremont a Bruxelles dopo il 1954. Il percorso espositivo si articola in tre sezioni. La prima si incentra sui lavori di Jorn, Appel e Corneille ad Albisola con particolare attenzione al confronto fra la produzione di Jorn e le opere di Arte Nucleare di Baj e Dangelo. La seconda sezione è focalizzata sull’esperienza italiana di Vandercam, Wyckaert, Alechinsky, Van Lint e Doucet. L’ultima analizza il rilancio dell’esperienza di Cobra da parte di Dotremont dopo il 1954, presentando le opere a quattro mani e individuali di Dotremont e Vandercam e la ritrovata figuratività di Alechinsky. Catalogo Electa.