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Alzheimier e dintorni

Il declino cognitivo e la demenza rappresentano una forma di invecchiamento patologico sempre più frequente negli ultra 65enni: ogni sette secondi un nuovo caso di demenza nel mondo! E la malattia di Alzheimer è la forma più diffusa: ogni anno sono 80mila i nuovi casi in Italia. Gli ultimi dati presentati dall´Alzheimer Association parlano di una triplicazione dei casi di Alzheimer da oggi al 2050 e per quella data si prospetta che nel mondo occidentale un anziano su tre sarà affetto da Alzheimer. Numeri enormi, insostenibili per qualsiasi sistema sanitario. Considerata la limitata efficacia dei farmaci oggi disponibili per l’Alzheimer e la ricerca di nuove molecole farmacologiche mirate alla cura, negli ultimi anni si è posta molta attenzione sulla possibilità di intervenire anticipatamente: la medicina preventiva è oggi la priorità del sistema sanitario pubblico.
 
La demenza costituisce una delle principali cause di disabilità nei Paesi industrializzati e con l´aumento dell´aspettativa di vita e il rapporto sempre più sfavorevole tra popolazione attiva e non attiva, oltre al numero di soggetti affetti, aumenterà anche l´onere socioeconomico derivante dalle malattie neurodegenerative e dalle demenze in particolare. Proprio per questi motivi si assiste ad un crescente interesse, sia a livello scientifico che politico, nella diagnosi precoce di demenza e nell´individuazione di criteri diagnostici volti a discriminare la fase di transizione tra disturbo cognitivo lieve, caratterizzato da ridotta disabilità, e demenza conclamata, altamente e progressivamente disabilitante. A tal riguardo, è da poco entrata in commercio in Italia una nuova molecola naturale, l’omotaurina, derivata da alcune specie di alghe marine, che ha la capacità di proteggere il cervello dall’invecchiamento e migliorare la funzionalità della memoria. L’omotaurina è un integratore alimentare su cui negli ultimi dieci anni è stata condotta una notevole mole di ricerca scientifica e clinica che ha dimostrato le sua straordinaria efficacia in termini di neuroprotezione. Si tratta di un composto solfonato di basso peso molecolare in grado di legarsi al peptide Amiloide (l’elemento patologico caratteristico dell’Alzheimer e dell’invecchiamento cerebrale) nella sua forma solubile. Il legame con la forma solubile di beta amiloide impedisce al peptide di assumere la struttura fibrillare, non più solubile e ne favorirebbe l´eliminazione prevenendone l´accumulo. L’omotaurina si è dimostrata in grado di proteggere nei ratti i neuroni e l’ippocampo (l’area del cervello deputata alla memoria) contro la tossicità da beta amiloide.
 
Oltre ai numerosi dati ottenuti su modelli sperimentali di declino cognitivo e di invecchiamento cerebrale, l’omotaurina, caso abbastanza unico per un integratore alimentare, è stata anche valutata in un ampio studio clinico sull’Alzheimer, lo studio Alphase. Questo studio clinico di fase III, multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, è stato condotto su più di 2mila pazienti affetti da Alzheimer da lieve a moderato (1052 in Usa e 975 in Europa), già in trattamento con terapia standard, e seguiti per 18 mesi. Lo studio oltre a valutare la capacità dell’omotaurina di migliorare il declino cognitivo ha anche valutato in un sottogruppo di pazienti, l’andamento della perdita di volume dell’ippocampo durante il periodo del trattamento mediante risonanza magnetica volumetrica. Lo studio ha dimostrato che l’omotaurina somministrata due volte al giorno ad un dosaggio di 100 mg o di 150 mg, è in grado di ridurre in maniera significativa la perdita di volume dell’ippocampo tipica della patologia di Alzheimer; ha inoltre evidenziato nei pazienti osservati, un migliore andamento dello stato cognitivo e delle funzioni mnemoniche. Tale studio oltre a dimostrare l’efficacia clinica dell’omotaurina nei pazienti affetti da Alzheimer, sostiene fortemente l’utilizzo di tale sostanza come trattamento specifico per la prevenzione dell’insorgenza della malattia di Alzheimer. Questo importante composto è in grado di proteggere il cervello e l´ippocampo contro la neurotossicità da beta amiloide e quindi un ideale strumento di prevenzione dell´invecchiamento cerebrale oltre che come coaudiuvante in pazienti affetti da Alzheimer in modo lieve o moderato già in trattamento con inibitori dell´acetilcolinesterasi o altri farmaci.


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