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Visioni di marzo 2011

In viaggio
Sondrio, Palazzo Sertoli
fino al 30 aprile
In occasione dei festeggiamenti per il centenario della ferrovia del Bernina, e del suo inserimento nella lista World Heritage dell’Unesco, la Fondazione gruppo credito valtellinese ha deciso di dedicare ai percorsi ferroviari transalpini un’ampia mostra ospitata presso la consueta sede espositiva di Palazzo Sertoli a Sondrio, e nella Casa Quadrio Curzio di Tirano.
Il tema del paesaggio dei collegamenti ferroviari fra il sud e il nord delle Alpi centrali viene raccontato, sotto la regia di Roberto Mutti, attraverso l’obiettivo di tre fotografi, l’austriaca Margherita Spiluttini, la svizzera Stefania Beretta e l’italiano Francesco Cito. Tutto per una mostra documentaristica e fotografica che intende illustrare “a volo d’uccello” l’ardita rete ferroviaria che da ormai più di un secolo garantisce l’osmosi culturale, economica e sociale tra Valtellina, Valchiavenna, Alto Lario, Val Poschiavo ed Engadina.
Così Margherita Spiluttini ha interpretato l’aspetto architettonico delle stazioni e delle infrastrutture ferroviarie: ponti, strade ferrate, pensiline, depositi. Stefania Beretta si è dedicata agli aspetti ambientali e agli attraversamenti d’alta quota, mentre Francesco Cito ha scelto di approfondire gli aspetti antropologici ed umani: la realtà sociale, culturale e multietnica che caratterizza queste strade ferrate ormai storiche.
I tre fotografi hanno vissuto la quotidianità e la straordinarietà di questi percorsi, mescolandosi alle frotte di turisti, e di coloro che il treno lo utilizzano per lavoro e non per diporto.
L’allestimento della mostra è stato concepito secondo un doppio percorso espositivo, costituito sia da fotografie in medio e grande formato che da oggetti e documenti relativi alla storia e all’attualità del sistema ferroviario retico italo-svizzero, quali modelli ferroviari, progetti di tracciati, vecchi biglietti di viaggio. Usciti da questa mostra non resta che verificare ciò che essa racconta…
 
Eliseo Mattiacci
Verona, Galleria dello Scudo
fino al 30 aprile
Cosmo, pianeti, campi magnetici che aggregano e modificano la materia hanno sempre esercitato una profonda suggestione nell’immaginario di Eliseo Mattiacci, divenendo temi ricorrenti già nei lavori dei primi anni ’60 così come nelle azioni e nelle installazioni alla Tartaruga e all’Attico a Roma o, in seguito, nelle gallerie di Alexander Iolas a Parigi, Milano e New York. Tappe fondamentali di una vicenda espositiva scandita dalla presenza dell’artista in contesti di rilievo internazionale sono le sale personali alla Biennale di Venezia nel 1972 e nel 1988, le mostre alla Städtische Galerie im Lenbachhaus a Monaco di Baviera nel 1984, al Museo di Capodimonte a Napoli nel 1991, ai Mercati di Traiano a Roma nel 2001, e la realizzazione del progetto Danza di astri e di stelle a Reggio Emilia nel 2006 con imponenti sculture collocate all’aperto. La Galleria dello Scudo, dopo la mostra site specific dell’inverno 2002, torna ora a rendere omaggio a Mattiacci proponendo una selezione di opere di grande formato realizzate tra il 1976 e il 2010, imperniate sul tema delle possibili relazioni tra terra, spazio e corpi astronomici, oggetto delle sue riflessioni da più di trent’anni. La “fabbrica del cosmo” è stata e continua ad essere il luogo immaginario in cui l’artista, in un costante rinnovamento, cattura le forme e le forgia in un dialogo continuo con gli elementi dell’universo e con le forze che lo governano.
 
Johann Christian Reinhart
Roma, Casa di Goethe
fino al 15 maggio
La Casa di Goethe dedica una mostra al paesaggista e incisore Johann Christian Reinhart (1761–1847). Nato a Hof in Baviera, Reinhart, a Roma dal 1789, rimase nella città eterna quasi 58 anni, diventando il fulcro riconosciuto della colonia di artisti tedeschi, un bonvivant socievole e un cicerone apprezzato dai suoi compaesani in visita nella capitale. Accolto nell’Accademia di San Luca nel 1813, diventando nel 1839 pittore della corte bavarese. In mostra, i suoi “Malerisch radierte Prospekte von Italien”, nonché raffigurazioni di animali che raccontano questo artista come acuto osservatore della città. Con prestiti provenienti dalla Germania e dall’Italia, l’esposizione offre uno sguardo anche sulla cultura della colonia tedesca a Roma contemporanea a Goethe. Tra questi anche documenti sulle feste degli artisti, sulla loro associazione e due autografi di Reinhart di recente acquisizione. In occasione della mostra la Casa di Goethe presenta per la prima volta una spettacolare nuova acquisizione: quattro panorami di Roma di grande formato realizzati nella prima metà dell’Ottocento. Tutti i disegni raffigurano Roma vista dalla chiesa di Trinità de’ Monti e sono stati acquistati grazie al sostegno della Ernst von Siemens Kunststiftung e della Kulturstiftung der Länder. In occasione della rassegna, è stata promossa una raccolta di fondi per restaurare la tomba di Reinhart nel cimitero protestante di Roma.
In mostra varie tipologie di bicchieri e di calici, esposti accanto a secchielli da ghiaccio, rinfrescatoi, coppe per il punch in cristallo e in argento che esaltano, grazie alla loro eleganza, la raffinata arte del ricevere e testimoniano i progressi tecnici della cristalleria francese facendo conoscere altresì l’evoluzione delle abitudini a tavola all’indomani dell’epoca rivoluzionaria. Una serie di oggetti posteriori all’Impero evidenzia le trasformazioni cui andarono incontro le produzioni di cristalleria, le tecniche di imbottigliamento e di etichettatura durante la prima metà del XIX secolo e fino all’alba del Secondo impero.
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