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Quando il mattone si fa verde

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I Regolamenti edilizi comunali si stanno dimostrando un’ottima chiave per raccontare il cambiamento in corso in Italia nel modo di progettare e costruire. Sono infatti in crescita sia il numero di Comuni che ha messo mano ai propri strumenti di governo degli interventi edilizi, per introdurre nuovi criteri e obiettivi energetico-ambientali, sia il campo dei temi di interesse, rendendo i regolamenti sempre interessanti per capire i processi in corso. L’Osservatorio Onre, promosso da Cresme e Legambiente, è partito proprio dall’idea che questi strumenti comunali rappresentino oggi sempre più uno snodo fondamentale del processo edilizio, perché qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e interessi e qui si incrociano le competenze in materia di urbanistica, edilizia e energia di Stato, Regioni e Comuni.
Nel terzo rapporto Onre sono 705 i Comuni italiani censiti che risultano avere modificato i propri Regolamenti edilizi per introdurre obiettivi di sostenibilità e risparmio energetico: l’80% di questi lo ha fatto negli ultimi tre anni. L’analisi dei dati raccolti mostra come questo processo accomuna grandi città e piccoli centri, e che non stiamo parlando di un´area marginale del Paese ma di Comuni in cui complessivamente abitano quasi 19 milioni di persone. Si tratta di regolamenti edilizi che interessano il 33% del nuovo costruito in Italia nel 2009 (ca. 90mila alloggi). Inoltre è da segnalare come siano diversi i Comuni che sono tornati, a distanza di poco tempo, a intervenire sui propri regolamenti per alzare l’asticella degli obiettivi e delle prestazioni – ad esempio molti Comuni lombardi e della Val di Cornia, in provincia di Livorno, per non citare sempre l’Alto Adige. La ragione sta in una verifica sul campo, ossia che la realtà del settore in quei territori è già pronta e soprattutto è in questa direzione che sta andando il mercato, per cui utilizzare questi strumenti in modo attento e flessibile diventa una opportunità per accompagnare l’innovazione in edilizia. Del resto sono tali e tante le novità impiantistiche e tecnologiche sviluppate negli ultimi anni, come le possibilità di ripensare e integrare soluzioni per risparmiare energia, produrla da fonti rinnovabili, recuperare e riutilizzare le acque, che riuscire ad aiutare l’innovazione e adattare le soluzioni ai diversi contesti e tradizioni locali attraverso i Regolamenti edilizi diventa fondamentale.
 
Ora che la certificazione energetica in edilizia è diventata obbligatoria, diventa fondamentale capire in che modo i regolamenti in questi anni si sono occupati delle prestazioni energetiche degli edifici, quali obiettivi hanno fissato per migliorare il comportamento di pareti e finestre, se hanno proposto criteri per indirizzare i progetti, cosa prevedono in termini di esposizioni da privilegiare. Ma lo stesso ragionamento vale per le fonti rinnovabili. Perché ora che l’Italia si vede assegnati obiettivi vincolanti di crescita, tali da raggiungere il 17% di contributo rispetto ai consumi energetici al 2020, capire in che modo i regolamenti sono intervenuti rispetto al ruolo che il solare termico o fotovoltaico, le biomasse o la geotermia, debbano svolgere nel soddisfare i fabbisogni termici e elettrici del nostro Paese diventa un tema significativo. E a maggior ragione vale in un periodo di così forte sviluppo del solare, con 75mila impianti fotovoltaici installati su tetti (Gse) e 2,4 miliairdi di euro di “lavori” messi in gara attraverso forme di partenariato pubblico e privato (www.infopieffe.it). Ma non ci si deve fermare all’energia, perché i regolamenti oggi guardano alla sostenibilità promuovendo diversi interventi e tra questi un ruolo importante ha assunto il tema del risparmio, recupero e riciclo dell’acqua. Sono molti i regolamenti che hanno fissato regole prescrittive per l’uso di sistemi di risparmio idrico, per una gestione separata delle acque meteoriche, grigie e nere in modo da favorire il loro recupero per gli usi compatibili. In alcune esperienze ci si è spinti oltre, allargando il campo di attenzione dei regolamenti alla permeabilità dei suoli, per garantire un equilibrio complessivo del ciclo dell’acqua in città, al fenomeno dell’isola di calore, con indicazioni precise per ridurne gli impatti che arrivano perfino a obbligare la realizzazione di “tetti verdi”.
 
Certo l’analisi di Cresme e Legambiente mostra una realtà a macchia di leopardo nei diversi territori, rispetto all’esistenza di riferimenti normativi regionali, alle indicazioni che riguardano le prestazioni energetiche degli edifici e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Ma ancora più rilevanti per gli operatori sono alcune situazioni in cui sono evidenti le contraddizioni nelle indicazioni contenute nei regolamenti edilizi che riguardano, ad esempio, la certificazione energetica degli edifici, e rispetto a chi può operare, su chi e come debba controllare. Per cui diventa quanto mai urgente fare chiarezza rispetto a un quadro così articolato e complesso, in particolare dare certezze che questa prospettiva sia veramente perseguita da tutti con impegno.
È importante guardare ai regolamenti edilizi comunali per capire come superare i problemi ancora aperti e la paura del cambiamento. Insieme però occorrerà da parte degli Enti locali e delle Regioni un’attenta comunicazione degli obiettivi che ci si propone con le innovazioni che riguardano il settore, in modo da costruire un confronto trasparente con gli operatori e avviare un continuo monitoraggio dei risultati per apporre correzioni e pubblicizzare i risultati prodotti in termini di comfort delle abitazioni. È su questo piano che intende muoversi Onre a partire dai prossimi mesi, avviando un tavolo di confronto sulla abse dell’analisi sistematica dei dati raccolti e nell’ipotesi di coinvolgere l’insieme degli attori della filiera.
 
Lorenzo Bellicini, Direttore del Cresme
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente
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