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Il potere trasformativo delle idee

L’innovazione è uno dei cardini dello sviluppo economico moderno ed è, come ha evidenziato il grande teorico del management Peter Drucker, lo “strumento specifico dell’imprenditorialità”. Dalle prime analisi di Schumpeter fino alle teorie della crescita endogena è stato dimostrato come imprese, regioni, Stati dove si concentrano innovazione tecnologica, ricerca scientifica, investimento in capitale umano e imprenditorialità presentino le migliori prospettive per la creazione di ricchezza e occupazione.
 
Il potere trasformativo delle idee sta aumentando progressivamente: il paradigma produttivo attuale è basato sulla conoscenza, un contesto in cui le innovazioni nell’informatica e nelle telecomunicazioni permettono di condividere e modificare costrutti cognitivi su una scala impensabile fino a qualche anno fa. Si è verificato un cortocircuito tra due fenomeni: l’accelerazione dell’evoluzione tecnologica e l’esistenza, in alcune zone del pianeta, di una forma particolare di capitalismo che incentiva fortemente l’imprenditorialità innovativa. Nei casi di maggiore successo, come in Silicon Valley, la miscela è costituita dalla retroazione reciproca tra sviluppi in ambito tecno-scientifico, innovazioni finanziarie (sistema del venture capital), politiche pubbliche adeguate (supporto allo sviluppo del capitale umano, creazione di research universities), apertura ai talenti ed una cultura capace di tollerare il rischio. Si tratta di un processo molto profondo: come sottolineano alcuni osservatori, ad esempio Sara Lacy, dietro l’ottimismo e la retorica della new economy alla fine degli anni ‘90 era presente un processo strutturale che non si è fermato con la bolla dot-com. Ad esempio, negli Stati Uniti dal 1970 al 2008 per ogni dollaro investito nel venture capital sono stati generati 6,36 dollari di reddito.
 
Perché il venture capital è così importante? Una maggiore incidenza di investimenti in imprese innovative nelle loro prime fasi di attività è correlato ad un incremento della crescita economica e dell’occupazione. Ad esempio, negli Stati Uniti le venture backed companies producono una ricchezza pari al 21% del Pil e danno lavoro all’11% degli occupati nel settore privato. Inoltre, le aziende sostenute dal venture capital sono maggiormente performative ed ottengono risultati superiori alle altre imprese sia in termini di reddito prodotto sia in termini nuovi posti di lavoro generati. Questo è vero in particolare per i fondi che operano nel primo quartile, che agiscono con un approccio hands on, supportando gli imprenditori nello sviluppo del business e nel networking commerciale e finanziario. Secondo un recente studio della Ewing Marion Kauffman Foundation, in media le aziende ad alta crescita, il top 1% del campione statunitense, hanno creato il 40% dei nuovi posti di lavoro. È un tipo di conclusione che evidenzia l’importanza dell’imprenditorialità innovativa e della creazione di nuove aziende nei settori ad alta crescita.
 
Nonostante la nuova contrazione degli investimenti dovuta alla crisi finanziaria, i cui esiti sono ancora incerti, è possibile constatare come le organizzazioni di successo siano a “caccia di innovazioni”, che siano prodotti o business model, utilizzando in modo crescente la griglia di opportunità generate da Internet. Spesso si tratta di innovazioni organizzative, una riorganizzazione dei fattori di produzione all’interno di uno stesso paradigma tecnologico, ma non da meno esse possono portare a dei benefici notevoli.
Alcune tecnologie informatiche – velocità dei processori, numero di transistor per Cpu, capacità di memoria, quantità di bit trasmissibile per unità di tempo – stanno sperimentando da alcuni decenni una curva di crescita esponenziale. In molti settori produttivi, nei prossimi dieci anni, sarà necessario prepararsi per le conseguenze e gli shock legati alla presenza di una enorme capacità di elaborazione, memorizzazione e trasmissione di informazioni. Interi mercati, come è accaduto recentemente a quello della produzione e della distribuzione dei prodotti musicali, verranno probabilmente ristrutturati in modo radicale. Come conseguenza di tutto ciò, il sistema economico globale sta aumentando il suo livello di sensibilità ai cambiamenti: le innovazioni nell’uso sociale delle tecnologie hanno oggi una capacità di diffusione estremamente rapida, possono portare a modificare in breve tempo il modo di vivere e di lavorare di milioni di persone.
 
Le opportunità saranno molte, ma ciò non significa che si potranno cogliere passivamente. Il nuovo ambiente competitivo sarà molto differente dagli anni passati, essendo segnato dal trauma della crisi economica mondiale, dal cambiamento profondo della dinamica di alcuni settori della finanza, dalle nuove forme di regolazione pubblica e dal cambiamento dell’equilibrio di potere globale, all’interno del quale i Paesi asiatici hanno un peso molto maggiore. In questo nuovo scenario, le imprese, i governi, le università e gli operatori del venture capital sperimenteranno un processo di adattamento che favorirà chi sarà in grado di comprendere i mutamenti in atto e sarà capace di attivare il motore dell’innovazione.
L’avvicendarsi dei paradigmi tecnologici, l’accumulazione di innovazioni incrementali e i salti creati dalle innovazioni di tipo disruptive, portano alla creazione continua di occasioni che possono essere intercettate. Il futuro è imprevedibile, ma alcuni di questi trend sono piuttosto robusti ed è possibile osservare da vicino la loro evoluzione. I processi di sviluppo possono essere indirizzati in modo pro-attivo, una sfida che l’Italia può e deve affrontare.


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