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Il Seti torna a vivere grazie ad internet

Nuova vita per il Seti, (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) che è tornato a funzionare grazie a vari finanziamenti ricevuti da privati, tra cui 220mila dollari raccolti grazie a una specifica campagna sul web.
 
Il programma scientifico statunitense è stato ideato negli anni Sessanta dall’astronomo Frank Drake e si dedica alla ricerca di vite extraterrestri nell’universo. Come riportato sul New York Times, il suo laboratorio californiano, è stato attivo fino ai primi mesi del 2011, quando il programma Ata (Allen Telescope Array) per ascoltare voci e rumori di vite extraterrestri, realizzato in collaborazione con il Laboratorio radioastronomico dell’Università di Berkeley, è stato interrotto per mancanza di fondi.
 
Fino al 1993, il Seti ha ricevuto fondi pubblici dagli Stati Uniti per studiare le possibili voci degli extraterrestri fino, finché il Congresso non ha tagliato il progetto di ricerca di vite aliene.
Da allora per proseguire gli studi, il programma ha dovuto procurarsi autonomamente il denaro, fino ad arrivare allo stop avvenuto all’inizio del 2011,
Da appena un mese il laboratorio del Seti in California è tornato quindi a funzionare grazie a numerosi finanziamenti ricevuti da privati, ma soprattutto dalla campagna web lanciata in suo aiuto.
 
Sembra inoltre possibile un accordo con l’aeronautica militare statunitense, che dovrebbe contribuire alle spese del centro in cambio dell’utilizzo dei telescopi del Seti per tracciare il movimento dei satelliti e dei detriti spaziali.
Attualmente per il progetto Ata, sono stati rimessi in funzione solo 42 telescopi radio dal diametro di circa 6 metri, più piccoli di quelli auspicati dalla Nasa nel 1971, detti ”Ciclopi”, e accantonati per il loro costo complessivo molto alto (10 miliardi di dollari).
I telescopi di Hat Creek sono utilizzati per effettuare osservazioni radio dello spazio profondo e per ascoltare eventuali voci di presenze aliene, seppur non ci siano prove.

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