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Ungheria, rischio recessione

Le prospettive economiche dell´Ungheria restano incerte sia nel breve che nel medio periodo e una recessione non è da escludere, in un sistema economico e istituzionale che ha vari punti di debolezza. Lo afferma il servizio studi di Banca intesa in uno studio dedicato al Paese, all´indomani della ripresa dei negoziati con il Fondo monetario internazionale per un sostegno finanziario che “appare necessario per garantire la liquidità e la solvibilità del Paese”.
 
I maggiori elementi di vulnerabilità, secondo gli analisti di Banca Intesa, sono rappresentati dal debito estero, superiore al 120% del Pil e dal debito pubblico pari a circa l’80% del Pil. Lo squilibrio nei conti con l`estero è stato in parte corretto nel 2011, ricorda il servizio studi, e il saldo corrente è atteso ancora positivo anche il prossimo anno. “Tuttavia le previsioni di una dinamica economica debole nel 2012 e la crisi di fiducia degli investitori verso il Paese hanno generato tensioni che si sono riflesse nel mercato dei titoli pubblici ungheresi” si legge nello studio. “Il ricorso a un piano di sostegno da parte delle autorità internazionali (Fmi e Ue) appare necessario per assicurare la liquidità e la solvibilità del Paese” afferma lo studio, che ricorda come le agenzie di rating abbiano declassato il rating del Paese sotto il livello di investimento.
 
Il principale obiettivo del governo Orban, che dispone una forte maggioranza parlamentare, è “al momento la stabilizzazione dei conti pubblici insieme all`introduzione di alcune riforme istituzionali, alcune delle quali però non hanno accolto il favore degli osservatori internazionali come ad esempio la modifica della composizione del board della banca centrale” ricorda il servizio studi di Intesa.

La produzione industriale, dopo il picco dello scorso anno a 14,7% annuo raggiunto a febbraio, è rallentata progressivamente fino a 3,5% a novembre scorso. “Risulta particolarmente debole anche la domanda interna con il commercio al dettaglio praticamente in stagnazione dall`inizio del 2011 per via dell`elevato tasso di disoccupazione (10,6% a novembre)”.
 
Nel complesso la dinamica tendenziale del Pil nell`intero anno è stimata intorno a 1,1%. Tenuto conto del debole ciclo economico internazionale e delle misure di austerità con le quali dovrà essere gestito il bilancio pubblico, Intesa prevede che il PIL reale crescerà di poco sopra lo zero (0,4%) nel 2012 . “Le previsioni per quest`anno restano tuttavia molto incerte. Non è da escludere una recessione nell`ipotesi di un ulteriore deterioramento della crescita dell´eurozona e del clima di fiducia degli investitori verso le prospettive di stabilizzazione finanziaria nel paese”.
Nonostante la debolezza della domanda interna e le condizioni sfavorevoli nel mercato del lavoro, nel 2011 l`inflazione, alimentata dal calo dei fiorino, eè stata superiore al target, a 3,9%. Per il 2012 la banca centrale prevede un´inflazionne intorno al 5,0%, a causa soprattutto dell`incremento dell`Iva.
Per far fronte al deprezzamento della valuta locale e alle pressioni inflazionistiche che ne derivano, a novembre e dicembre il tasso di riferimento è stato incrementato di 100pb al 7,0%.
 


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