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Visioni di gennaio 2012

I colori del sacro. Aria
Padova, Museo Diocesano
dal 20 gennaio al 3 giugno
Impalpabile, invisibile eppure vitale ed essenziale: è l’aria. È a questo elemento che I colori del sacro, rassegna internazionale di illustrazione, dedica la sua sesta edizione, a dipanare un progetto che, biennio dopo biennio, ha preso in esame tutte le declinazioni degli elementi che danno e assicurano la vita. L’invito è stato raccolto da un centinaio di illustratori di mezzo mondo, cristiani, musulmani, ebrei, seguaci di culti orientali o indifferenti, firme famose e celebrate del mondo dell’illustrazione, ma anche nuove, freschissime voci. La selezione, basata sulla qualità dell’opera e non certo sul credo dell’autore, ha consentito di individuare le espressioni di 90 artisti dei cinque continenti. L’aria è l’elemento primo delle atmosfere di ricerca dell’Assoluto; diventa protagonista di tutti quei giusti richiami a un mondo dove essa sia effettivamente trasparente e pura e non un invisibile, micidiale veleno; intesa come soffio vitale, si trova collegata alla Bibbia, al Corano o ad altri testi sacri dei diversi credi. Com’è nella tradizione di questo fortunato progetto espositivo e culturale, la mostra è il motore di un ventaglio di proposte didattiche, di occasioni di approfondimento e confronto rivolte ai più giovani, dai bambini delle materne ai ragazzi delle superiori, ma anche e soprattutto alle famiglie, invitate a godere insieme di questa intelligente immersione nei colori e nella fantasia.
 
Da Hopper a Warhol
Repubblica di San Marino,
Palazzo Sums
dal 21 gennaio al 3 giugno
Il percorso, curato da Marco Goldin, parte dal realismo di Edward Hopper da un lato e di Thomas Hart Benton dall’altro, fino all’esperienza così particolare di Giorgia O’Keeffe. Già da questi primi nomi si comprende come la partenza della rassegna sammarinese sia straordinaria, con il realismo di Hopper, la cosiddetta visione regionale di Benton e la “secchezza” di O’Keeffe. Tutti i nomi più celebri vi sono compresi, a cominciare da quello di Jackson Pollock, presente con due grandi tele, la prima del 1949 e la seconda del 1952. Poi ancora Franz Kline, con un grande dipinto del 1960, dunque il momento migliore del suo lavoro. Su un registro intermedio si giocano i quadri inclusi in mostra di un autore straordinario che lavora sul segno declinato nella grande superficie spesso quasi monocroma. È il caso di Arshile Gorky che più di altri ha saputo rendere il fascino di una scrittura che si mescola alla materia di un colore rappreso. E tutta di colore è fatta l’esperienza di Mark Rothko, Sam Francis e Morris Louis. Dai diversi punti di vista, insistono sulla meraviglia di una tessitura che si fa incanto, prospettiva e molto spesso silenzio. Non può mancare una sosta attorno all’opera dei due più alti rappresentanti della Pop Art, Andy Warhol e Roy Lichtenstein, a cominciare da una celebre versione, del primo tra i due, di Jacqueline Kennedy (Jakie, 1964), dunque nel pieno del clima storico della Pop. La mostra infine si chiude con l’omaggio al maggiore pittore americano che si riconnette straordinariamente al realismo di Hopper. Si tratta di Andrew Wyeth, le cui facciate di case di provincia bianchissime nella luce del sole sono la quintessenza della visione ancora eroica della pittura. L’ultima immagine? Un grande quadro di Keith Haring.
 
Da Vermeer a Kandinsky
Rimini, Castel Sismondo
dal 21 gennaio al 3 giugno
Proposta a Castel Sismondo per volontà della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini, la mostra è una carrellata di capolavori. L’esposizione offre, in partenza, una sezione dedicata alla pittura veneta del Cinquecento, uno dei periodi tra i più fecondi dell’arte italiana, presentando capolavori di Tiziano, Veronese, Lotto, Tintoretto, oltre che di Savoldo e di altri maestri del territorio della Serenissima che, in questo secolo, si allargava alla Lombardia orientale, con Brescia e Bergamo. La successiva sezione ci introduce alla “Pittura in Italia nel Seicento”, con opere che documentano il classicismo di Annibale Carracci e le declinazioni personali di Guercino, Mattia Preti, Guido Reni, Luca Giordano, Del Cairo e molti altri. Per tornare al fascino di Venezia, stavolta nel Settecento, con il Tiepolo, Guardi e i grandi vedutisti, Canaletto e Bellotto. Dall’Italia alla Spagna con una ampia, spettacolare sezione dedicata a “El siglo de oro”, la grande arte iberica del Seicento, con Velázquez, Murillo, El Greco, Ribera, Zurbarán. Dal secolo d’Oro spagnolo a quello, non meno prezioso, d’Olanda, con la sezione dedicata a “La golden age in Olanda”. Qui le atmosfere del tutto particolari della pittura neerlandese sono proposte dal capolavoro Cristo in casa di Maria e Marta di Vermeer, prestito davvero straordinario e imperdibile. Non meno che dalle opere di Van Dick, Ter Brugghen e Van Honthorst. Paesaggi, atmosfere e ritratti ci accompagnano nella sezione dedicata a “La pittura in Inghilterra tra Settecento e Ottocento”, firmati da Hogarth, Turner, Constable, Reynolds, Gainsborough, Wright of Derby. Non poteva naturalmente mancare una sezione, ampia, riservata a “L’età dell’Impressionismo”. Per Rimini il curatore Marco Golden ha scelto una attenta rappresentazione di tutti i protagonisti, da Van Gogh a Manet, da Millet a Courbet, da Monet a Degas, da Renoir a Sisley e Pissarro. Gran finale con la “Pittura del XX secolo in Europa” (parallelo all’indagine sulla pittura del Novecento in America proposta nella mostra di San Marino). Matisse, Picasso, Mondrian, Bacon, De Staël, Morandi e naturalmente Kandinsky sono gli autori proposti. Settanta opere, per un percorso d’arte e di bellezza.
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