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Africa. Il terrorismo che tocca l’Italia

L’Africa è una regione segnata dalle contraddizioni. Grandi estensioni di terre coltivabili, produttive, in paesi dove la popolazione muore di fame. I conflitti di motivazione etnico e religioso sono pane quotidiano e condizionano la stabilità sociale e politica perennemente.
 
La violenza in Africa raggiunge anche chi va per offrire un aiuto. Sono ancora nelle mani dei rapinatori le due italiane sequestrate nel 2011 nel Sahel: Maria Sandra Mariani (2 febbraio) e Rossella Urru (23 ottobre), come ricorda l’ultima “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza” del Dipartimento informazioni per la sicurezza della Presidenza della Repubblica.
 
“Le due italiane sono tuttora ostaggio dei sequestratori  – verosimilmente gruppi qaidisti operanti nella regione – come l’ing. Franco Lamolinara, rapito con un collega britannico il 13 maggio del 2011 nel nord della Nigeria da parte di locali frange jihadiste”, indica il rapporto. Ad altri ambienti criminali sarebbero attribuiti i sequestri del tecnico italiano Carmelo Stella, sequestrato in Nigeria il 9 dicembre e del volontario Francesco Azzarà, sequestrato in Dafur (Sudan) il 14 agosto. I due sono stati liberati a dicembre.
 
Vittima della pirateria somala, invece, è stata la petroliera “Enrico Ievoli”, sequestrata l’8 febbraio del 2011 con sei italiani, cinque ucraini e sette indiani a bordo, mentre pochi giorni prima era stata liberata la “Savina Caylyn” con cinque italiani e della Rosalia D’Amato con sei italiani.
 
Boko Haram, terrorismo attivo
 
Il gruppo terroristico Boko Haram ha come obiettivo l’applicazione della sharia (reati penali nel diritto islamico) in tutto territorio. Durante il 2011 ha ampliato l’area di influenza alle regioni settentrionali, centrali e la capitale Abuja.
 
Il documento evidenzia che “sotto il profilo operativo, Boko Haram ha effettuato numerosi attacchi sia come strutture statali sia contro elementi delle forze di sicurezza”. Con gli attentati contro la direzione del capo della polizia (16 giugno) e contro gli uffici delle Nazioni Unite (26 agosto), l’organizzazione ha dimostrato di avere aumentato le proprie capacità operative.
 
E precisa il rapporto: “Nonostante l’impegno profuso dalle Autorità di sicurezza nigeriane nell’attività contro il terrorismo, si ritiene che Boko Haram continuerà a pianificare azioni terroristiche anche a elevato impatto mediatico (con possibili proiezioni nelle regioni meridionali, aree di estrazione di idrocarburi), inserendosi progressivamente nella stessa prospettiva strategica del ‘jihad globale’ propugnata da Al Qaida.
 
r.m


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