Chicco Mentana si aggiudica oggi la prima pagina. Vittorio Feltri gli dedica una lettera sul Giornale mentre le esternazioni del giornalista di La 7 sull´”inciucio” tra Fiat e giornalisti, lo incoronano “chicco macinato” nell´apertura del sito Dagospia.
Dopo la sentenza del tribunale di Torino, che ha condannato Rai e Corrado Formigli a pagare 7 milioni di euro alla Fiat, per aver parlato male di un loro prodotto in un servizio andato in onda su Annozero, si apre un dibattito sulla libertà di stampa.
Enrico Mentana difende in diretta Formigli esprimendo la sua preoccupazione per un tale provvedimento “sproporzionato per eccesso” e che costituisce soprattutto “una vera e propria intimidazione nei confronti di tutti i giornalisti, una minaccia alla libertà di stampa”.
E Vittorio Feltri non tarda a farsi sentire, attaccando Mentana sulla prima pagina de “Il Giornale”. Le accuse? Quelle di usare un doppiopesismo, giudicato “liberticida”.
Feltri, che in un primo momento sembra approvare il ragionamento di Mentana, passa subito a sottolineare un “fenomeno strano”: “la libertà di stampa sta a cuore a intermittenza a chi se ne serve per lavoro”.
E prende come esempio il silenzio totale di media e ben pensanti quando Carlo De Benedetti ha intentato una causa milionaria al Giornale. O ancora quando “alcuni suoi uomini, dal direttore Alessandro Sallusti, al vicedirettore, Nicola Porro, sono stati addirittura perquisiti per vicende legate al loro lavoro”.
Feltri denuncia una libertà di stampa doppiopesista: “Quella degli altri è sacra. La nostra viceversa non è tale: è libertà di schizzo”. “Una è macchina della verità. La nostra macchina del fango”.
Si rivolge quindi a Mentana e chiude: “Non è lecito reclamare per il bavaglio che mettono a te e agli amici e fottersene del bavaglio che soffoca chi ha le idee diverse dalle tue. O riconosci a tutti la libertà di pensiero o sei un liberticida”.
Nel frattempo Enrico Mentana intervistato dal Fatto Quotidiano si sbilancia sul caso Formigli: “Mettiamo che Formigli abbia sbagliato. Io non difendo la corporazione. Né lui o Santoro in quanto tali. Ci fosse stato Vespa avrei fatto lo stesso. Io parlo di un principio più importante. Di un problema che è altrove. Nel sistema. Dove non nuotano buoni e cattivi, ma soltanto il sistema stesso. E la Fiat che ne ha fatto sempre parte circondata da consensi imbarazzanti e applausi aprioristici della stampa generalista non può ignorarlo né pretendere di essere trattata come un potere svincolato dalle leggi. Non può censurare il diritto di critica”. La Fiat, aggiunge Mentana, “è mal abituata. Nel settore automobilistico si fanno da sempre le recensioni incrociate. Meno che in Italia, naturalmente”.
E Mentana fa riferimento ad una vecchia storia: “A metà degli anni ´80 in redazione girava una battuta. Invece di chiamare la Hertz telefonate all`ufficio stampa della Fiat. Ma magari la Fiat di allora fosse stata la Hertz. Alla Hertz le macchine le paghi. L`abitudine al comodato gratuito invece era generalizzata. I miei colleghi prendevano macchine in prestito senza pagare. I giornalisti sono stati e sono ancora una categoria disponibile”.
v.c.