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Difesa, il nuovo modello del risparmio

Tagli. A uomini e programmi. Sia per ridurre la spesa ed eliminare inefficienze. Il nuovo modello di Difesa approderà questo martedì in Consiglio dei ministri: Giampaolo Di Paola porterà i risultati della revisione dello strumento militare, prima di presentarsi giovedì davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato.
Già lo scorso mercoledì era arrivato il via libera del Consiglio Supremo di Difesa, che aveva certificato l´esigenza di “correggere con ogni possibile urgenza l´attuale sbilanciamento delle componenti strutturali di spesa, che penalizza fortemente i settori dell´esercizio e dell´ammodernamento”. Fatta salva la necessità di salvaguardare le missioni internazionali, si comincerà dai programmi di armamento.
 
Nonostante la cautela emersa in proposito al Consiglio Supremo di Difesa, la revisione dovrebbe interessare l´acquisizione dei Joint Strike Fighter, meglio noti come F-35. L´Italia dovrebbe acquistarne 131 per sostituire gli AV-8B, gli Amx e i Tornado. I primi tre nuovi caccia sono stati acquistati per 80 milioni di euro l´uno. Ma rispetto alla commessa originaria, almeno una trentina di velivoli dovrebbero essere tagliati. Una sforbiciata dovrebbe essere data anche al programma di acquisizione degli elicotteri NH-90 e a quello dei sommergibili U-212.
 
Il taglio più doloroso dovrebbe interessare gli effettivi. Il modello a 190mila militari non è più sostenibile, è considerato incompatibile con le risorse a disposizione, che hanno subito una riduzione di circa 3 miliardi di dollari per il triennio 2012-2014. L´ipotesi è quella di arrivare a circa 120-130mila unità, spostando il personale in esubero – per la maggior parte ufficiali e sottufficiali – verso altre amministrazioni dello Stato.


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