Si chiude oggi a Torino il processo Eternit.
Il verdetto sopraggiunge nella stracolma maxi aula 1 del pala giustizia di Torino: 16 anni per il magnate elvetico Stephan Schmidheiny, 65 anni e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni.
Il procedimento riguarda l´azienda produttrice di amianto e vede oltre tremila vittime in Italia. Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello parla senza mezzi termini di un “processo storico”.
Avviata dal 2003, l’inchiesta di oggi ha visto una partecipazione senza precedenti: ventisei pullman provenienti da diverse zone d´Italia, ma anche molti stranieri confluiti a Torino per assistere alla sentenza.
Il processo ha riguardato il periodo dal 1966, anno in cui prese le redini dell´Eternit De Cartier, fino al fallimento dell´azienda nel 1986, e poi alla formulazione dei capi di imputazione al termine dell´inchiesta per i morti e gli ammalati che si sono registrati successivamente.
Tra i risarcimenti disposti dal Tribunale di Torino nell´ambito del processo Eternit, che il giudice Giuseppe Casalbore ha elencato presso la maxi aula 1, ci sono anche quelli il comune di Casale Monferrato al quale spetteranno 25 milioni di euro, quello per l´Asl di Alessandria pari a 5 milioni e, infine, 20 milioni di euro per la Regione Piemonte.
“La condanna ha colto nel segno, emerge il dolo degli imputati e la gravità della loro condotta”, questo il commento a caldo di Bruno Pesce, coordinatore dell´Associazione familiari vittime dell´amianto. Pesce ha sottolineato che per quanto riguarda i risarcimenti “si tratta di cifre basse, ma tendenzialmente le provvisionali sono sempre più basse dei risarcimenti definiti poi in altra sede”.
Il Tribunale di Torino, alla sentenza di condanna contro i titolari dell´Eternit, ha stabilito un risarcimento medio di 20-22mila euro per ciascun dipendente.
A Casale Monferrato, dove l´Eternit in Italia aveva il principale stabilimento, che negli anni di maggior produzione ha impiegato anche 2.500 persone, si contano 1.500 morti. Per ora, è il caso di aggiungere. Il numero di ammalati di Asbestosi è destinato ad aumentare visto che ha un incubazione di 30 o più anni.
Romana Blasotti, l´anziana simbolo del processo Eternit, con cinque familiari morti a causa dell´amianto a Casale Monferrato, afferma di aver passato una notte insonne ripercorrendo le tappe di questa lotta decennale per ottenere giustizia. “Ho pensato alle vittime – ha detto la donna – spero che oggi possano avere un po´ di pace. Gli imputati finiranno agli arresti domiciliari in qualche villa con piscina, come tutti i cattivi”.
Secondo le stime dell’associazione dei familiari vittime di amianto, si calcola che ogni anno siano 50 i morti. Soltanto nel 2011 sono stati 58. Vittime per cui verrà celebrato un nuovo processo.
“E´ stata colpita in particolar modo la generazione dei bambini degli anni ´60 – spiega l´oncologa di Casale Monferrato Daniela De Giovanni – giocavano con i sacchi di amianto che venivano scaricati alla stazione e lasciati li´ per un po´, sollevavano nuvole che attiravano molto i bambini, che si divertivano a fare lo scivolo sul polverino. Quei bambini hanno oggi tra i cinquanta e i sessant´anni e i nuovi ammalati hanno soprattutto questa età”.