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Ici sulla Chiesa, la svolta di Monti

Niente più esenzioni Ici per le attività “non esclusivamente commerciali” della Chiesa. Non basterà più avere all´interno dell´immobile una struttura religiosa per ottenerne l´esenzione. Questa volta  il fisco dovrà verificarne la destinazione prevalente, individuando un rapporto percentuale tra le due attività, e su tutto il resto si dovrà pagare il dovuto.
 
Alla vigilia dell´incontro Italia-Santa Sede in occasione dell´anniversatio dei Patti Lateranensi, il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha comunicato ufficialmente al vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, la sua intenzione di presentare al Parlamento “un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione”, che ha generato molte polemiche e sulla quale la Commissione europea ha aperto, dopo un esposto del Partito radicale, nell´ottobre 2010, una procedura di infrazione per violazione della concorrenza ed illegittimo aiuto di Stato.
 
Non si è fatta attendere la reazione della Conferenza episcopale italiana che, appresa la decisione del premier, ha commentato attraverso il suo portavoce, monsignor Domenico Pompili: “Attendiamo di conoscere l´esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato”.
Aggiungendo che “ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”.
Ma a star a cuore alla Cei è soprattutto il no profit: “sia riconosciuto e tenuto nel debito conto, il valore sociale del vasto mondo del no-profit”.
 
La decisione di Mario Monti, comunicata a Joaquin Almunia, si trasformerà in un emendamento che verrà presentato in Parlamento.
La nuova disciplina sarà estesa anche tutti gli altri soggetti (partiti, sindacati, associazioni, circoli) che oggi non pagano l´imposta comunale sugli immobili.
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