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Il caso Celentano? Una spia per il futuro

Una caratteristica tutta italiana
Mi sembra sia una tipica caratteristica italiana quella di attribuire alla Rai colpe e responsabilità per qualunque vicenda riguardi il servizio pubblico. Questo significa ribadire che la discussione avviata in questi giorni sulla stampa e nei media è del tutto incapace di affrontare la questione in profondità, limitandosi ad un racconto di tipo emergenziale. Anche il Governo, su questo, non è esente da alcune critiche. Infatti non si può immaginare di risolvere i problemi della principale industria culturale italiana stando letteralmente “a rimorchio” degli editorialisti della carta stampata. Ci vorrebbe una più articolata capacità di riferirsi ai centri culturali del paese, agli intellettuali, e più in generale alle ricerche per poter avviare un percorso risolutivo più efficace.
 
Una spia per il futuro
Il “caso Celentano” può rappresentare una vicenda spia promettente per il futuro. Celentano una volta tanto ci ha fatto un regalo, perché ha messo a nudo l’eccesso di potenza di chi utilizza lo spazio della televisione pubblica come uno spazio privato, di chi insomma adotta un dispotismo comunicativo che sconfina nella privatizzazione. L’aspetto che considero positivo è la reazione a Celentano. Utilizzando il significato di una famosa frase latina, oportet ut scandala eveniant (“è bene che gli scandali avvengano”), non ci dobbiamo concentrare su Celentano, che è quanto desidera lui, ma sulle reazioni, che segnano un timido segnale di uscita dal populismo mediatico. Quasi tutte le reazioni, dalla Rete alla carta stampata, dall’opinione pubblica agli esperti, costituiscono una presa d’atto che quello che ha fatto Celentano è del tutto privo di riferimenti alla realtà. Chiunque conosca la stampa quotidiana sa che Famiglia Cristiana e Avvenire sono eccezioni quanto mai positive, tra le meglio piazzate nel ranking del pluralismo dei temi e della rappresentazione della società. Insomma non è un problema di schieramento religioso, ma di diritto alla cittadinanza.
 
L’intervento della Rai e della sua Direzione generale
Ritengo che a sua giustificazione una forma di reazione doveva essere testimoniata. Tra l’altro, sarebbe stata una censura preventiva non invitare Celentano, perché il servizio pubblico è di tutti, non soltanto di quelli che pensano di poter sfruttare argomenti cari ai salotti della comunicazione.
 
Mario Morcellini
Direttore del Dipartimento Comunicazione e Ricerca sociale dell´Università Sapienza di Roma
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