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La Russia dice no al vertice “Amici della Siria”

Dalla mattina di questo giovedì continuano i bombardamenti nella città siriana di Homs. Al momento sono stati uccisi sette civili, tra cui alcuni bambini. Secondo l´Osservatorio siriano per i diritti umani, i militari fedeli al regime hanno aperto il fuoco anche a Damasco per scoraggiare le continue manifestazioni di protesta. L´ong ha anche spiegato che la città è stata fatta oggetto di una pioggia di proiettili, soprattutto nei quartieri di Baba Amr, Khaldiyeh e Karm al Zaytun.
 
In più, due navi da guerra inviate settimana scorsa da Teheran verso la Siria hanno attraversato il Mar Mediterraneo e hanno imboccato questo giovedì il canale di Suez per tornare in Iran. Lo ha riferito una fonte dell´Autorità del canale, precisando che le navi sono partite dal porto siriano di Tartous e che dovrebbero concludere in giornata pomeriggio la traversata del canale.
 
Stando a quanto riferito la scorsa settimana dal canale allnews Irinn, il cacciatorpediniere Naghdi e la nave rifornimento Kharg dovevano “garantire formazione alla marina siriana ai sensi dell´accordo (di cooperazione militare) esistente” tra Teheran e Damasco.
 
Intanto, la Russia ha deciso di non partecipare alla conferenza degli Amici della Siria, che si terrà venerdì prossimo in Tunisia. Il ministro degli Affari esteri russo, Alexandre Loukachevitch, sostiene che non sono stati informati “né sulla composizione dei partecipanti, né sull´ordine del giorno. Ma quel che è più importante, non è chiaro neanche l´obiettivo reale di questa iniziativa”. Questa dura decisione nei confronti del regime di Bashar al-Assad forse ha la sua motivazione nella vicinanza delle elezioni in Russia.
 
Lo stesso la Cina, O almeno questa è la convinzione della Lega Araba il cui Segretario Generale Nabil Al-Araby ha sostenuto che Pechino potrebbe allinearsi sulla posizione dell’organizzazione panaraba in occasione del vertice tunisino.“Al vertice in Tunisia parteciperanno molti Paesi e lo scopo del meeting è aumentare la pressione sulla Siria. Ci sono anche segnali provenienti dalla Cina in particolare a in parte dalla Russia su un possibile cambiamento della loro posizione” ha detto Al-Araby.
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