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Olimpiadi 2020, l’occasione che Roma aspetta

Nelle ore decisive per la firma del governo a sostegno della candidatura per Roma alle Olimpiadi del 2020, arrivano altri due autorevoli appelli. A lanciarli, il ministro dell´Ambiente Corrado Clini, ospite ad Agorà su Rai3, e Aurelio Regina, presidente Confindustria Lazio e Fondazione Roma 2020 in una lettera oggi sul Messaggero.
 
L´appello del Ministro dell´Ambiente ad Agorà
 
“Non ho la possibilità di dire se il governo appoggerà la candidatura di Roma, ma mi auguro di sì. Sarebbe una grande occasione per Roma e credo che questa occasione vada spesa, non tanto creando molte infrastrutture nuove, ma per cercare di presentare al mondo una città unica da rimettere in ordine, liberata dal traffico e che offra una chiave di lettura diversa per lo sviluppo di questo secolo. E per presentare Roma per quello che può dare e che oggi non riesce a dare”.
 
 
L´opportunità. che il Paese merita
 
di Aurelio Regina*
 
Caro direttore,
la visita del presidente Monti negli Stati Uniti ha dato all´Italia e a Roma un ruolo di ponte tra Ue e Stati Uniti, dopo la battuta d´arresto di Londra nei progetti europei. Roma attende ora dal governo il via libera alla candidatura per le Olimpiadi del 2020. Molto è stato scritto sull´impatto negativo dei Giochi: extra-incremento della spesa stimata, scarsa trasparenza nelle procedure, forte indebitamento futuro per il Paese ospitante. Può esserci almeno un´altra domanda da porsi: siamo in grado di usare una lente che ci aiuti a vedere più chiaramente il progetto strategico di riqualificazione infrastrutturale e ambientale che Roma potrebbe realizzare? Roma ha a lungo vissuto più per contingenze che per programmi organici. Gli investimenti hanno seguito logiche separate fra i tanti operatori. Le prime immagini che vengono in mente sono quelle dei «white elephant», gli impianti costosi ed inutilizzati costruiti per alcuni eventi sportivi. E´ tuttavia utile ricordare che la riqualificazione delle città spagnole, Madrid per prima e Barcellona nel 1992, è avvenuta grazie ad una completa rifondazione dell´apparato amministrativo pubblico, che pose la gestione dell´urbanistica al primo posto dell´azione governativa per la rinascita postfranchista. Barcellona ha rappresentato un benchmark in tema di riorganizzazione delle città e un esempio di efficienza e professionalità di tutte le istituzioni coinvolte. A Sydney nel 2000, la progettazione di strutture e servizi a regola d´arte ha accresciuto la capacità innovativa delle imprese e la formazione tecnica di oltre 100mila giovani. Benefici in termini di sostenibilità sono stati realizzati grazie ai nuovi standard dell´edilizia, al miglioramento nella gestione delle acque, all´uso di fonti rinnovabili, ai sistemi per il trattamento dei rifiuti ed ai programmi di education ambientale. I Giochi non sono un pesante fardello se si evitano costruzioni sovradimensionate, se le sedi olimpiche non rimangono cattedrali prive di destinazione futura; in caso contrario, i «white elephant» costituiscono solo un onere finanziario sul quale tramonta anche la migliore legacy delle realizzazioni. E´ accaduto in Corea ed in Giappone ed anche a Sydney con il Parco olimpico. E´ accaduto ad Atene: nonostante ciò, il Pil della Grecia ha beneficiato dall´anno dell´assegnazione, i11997, fino al 2007, di incrementi del Pil superiori al 3%,. Infine, gli investimenti olimpici hanno un impatto negativo se restano legati a criteri di «affarismo olimpico» che determina l´iniqua distribuzione dei benefici dell´evento. L´evidenza suggerisce che le città candidate, che integrano i progetti in una pianificazione strategica di lungo periodo e che li usano come leve per produrre cambiamenti reali nelle città, ottengono vantaggi misurabili. Roma e l´Italia si candidano oggi a riavviare un motore urbano per migliorare il loro funzionamento complessivo, con la volontà di superare gli errori più recenti. Il fattore cruciale risiede nel modo in cui la città sa usare l´accelerazione una tantum delle Olimpiadi per mettere finalmente in atto cambiamenti e miglioramenti a lungo elusi, che devono divenire pietra angolare di un processo che si autosostiene. Per questo supportiamo con convinzione la candidatura di Roma, perché siamo persuasi che questa sia l´occasione per voltare pagina e dare una risposta storica ai nostri obiettivi di sviluppo e per dimostrare che siamo capaci di progetti trasparenti e responsabili. Una passeggiata in via del Tritone ed una in via Guido Reni lasciano un segno comune in chi le percorre: declino di due itinerari nevralgici, l´uno verso il centro storico, l´altro per la città della musica e delle arti, che attende di essere completata. Il governo Monti può realmente garantirci i primi Giochi con procedure rapide, limpide, snelle, fondate su una consultazione pubblica nelle fasi preliminari di definizione dei progetti, la sola a poter giustificare la corsia preferenziale di una «legislazione olimpica speciale» scongiurando ritardi, sprechi ed inefficienze. E decidere fin da principio la complessiva nuova gestione e destinazione dei manufatti. Ora bisogna partecipare: avremo un anno e mezzo per coinvolgere gli interessi di lungo termine di cittadini e imprese e per dimostrare che sapremo lavorare alla qualificazione di sedi, di sistemi e di infrastrutture importantissimi, che altrimenti dovranno attendere decenni per la loro costruzione. A Roma e al nostro Paese deve essere data questa opportunità: forse non ne avremo altre così robuste per dimostrare che possiamo cambiare e che esiste una via per creare sviluppo e occupazione. I cittadini hanno ben compreso che ciò che conta è la praticabilità delle idee e la loro realizzazione in tempi certi. Lo hanno compreso a fondo accettando le riforme già inno-dotte con sacrificio e maturità proprio perché si è trattato di fatti e non solo di annunci. Può essere questo il momento giusto anche per restituire loro, e a noi tutti, un sogno realizzabile.
 
*(Presidente Confindustria Lazio e Fondazione per Roma 2020)


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