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Pd&Pdl, prove di dialogo

 Si accelera sulla riforma elettorale. Al via martedì gli incontri tra il Pdl e gli altri partiti. La delegazione del partito di centro destra incontrerà quella della Lega e a seguire il Pd. Il giorno successivo, a pranzo, sarà la volta del Terzo Polo.
 
“Dobbiamo dialogare con il Partito democratico. E non solo sulla legge elettorale. Bisogna lavorare con loro anche alle altre riforme istituzionali”. Era stato Silvio Berlusconi a lanciare l’assist al Partito Democratico in un’intervista al Financial Times in cui incoronava nuovamente Angelino Alfano come suo successore e fa un passo indietro, da “padre nobile del partito”. L’ha ribadito ieri in un colloquio a Libero: “Bisogna trovare un compromesso con il Pd per cambiare la legge elettorale”, in pratica un patto che sembra escludere i partiti minori.
 
Sull´ipotesi di una “grande coalizione” avanzata da Berlusconi sulla riforma della legge elettorale, Franceschini replica (lunedì a Repubblica): “Non siamo disposti a escludere il Terzo Polo da un accordo. Facciamo un passo indietro. Il tema legge elettorale/riforme costituzionali è un compito affidato al Parlamento: al governo spetta affrontare l`emergenza economica, alle forze politiche costituire un sistema di regole che metta nelle condizioni chi vincerà le elezioni di riuscire a governare.
Manca più di un anno alla fine della legislatura ed è un tempo più che sufficiente perché il Parlamento cambi i propri regolamenti, superi il bicameralismo perfetto e le sue lentezze, faccia una nuova legge elettorale”.
 
Aveva espresso preoccupazione anche Pierluigi Bersani in un incontro con Giorgio Napolitano: “Noi, come altre forze, siamo leali e votiamo anche se non condividiamo al 100% le decisioni del governo. Il Pdl, invece, cerca di rifare vecchie maggioranze ma così non va”. A irritare il Pd gli eventi della scorsa settimana: le nomine a maggioranza nel cda Rai, dove Pdl e Lega si sono compattati, il voto sulla responsabilità civile dei magistrati e la discussione al Senato sul ddl liberalizzazioni che, secondo il Pd, sta subendo un passo indietro rispetto al testo uscito dal consiglio dei ministri.


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