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Pechino avverte: per avere aiuti, stop all’indagine antidumping

Se l´Europa vuole gli aiuti della Cina per la sua crisi sui debiti pubblici, allora deve rinunciare a perseguire le pratiche commerciali del gigante asiatico ritenute anticoncorrenziali. Questo l´avvertimento lanciato oggi, senza nemmeno tanti giri di parole, dal ministero del Commercio della Cina sul suo portale internet. “Con l´economia mondiale che non è ancora uscita dalla crisi finanziaria, e diversi paesi europei affossati nella crisi sui debiti pubblici, tutti i paesi possono adottare un atteggiamento cooperativo, aperto e tollerante per superare questa situazione”, ha affermato il ministero cinese.
 
Lo scorso dicembre l´Ue ha avviato una indagine antidumping su diverse tipologie di prodotti cinesi importanti, a seguito di una denuncia da parte dell´associazione Eurofer. Secondo quest´ultima i produttori cinesi godono di fatto di sovvenzioni pubbliche tramite agevolazioni fiscali e acquisti di materie prime da parte dello Stato che rifornisce le aziende a prezzi sotto costo. La commissione europea ha precisato che l´indagine richiederà 15 mesi di tempo.
Pechino sembra voler sfruttare la debolezza momentanea dell´Europa per farla perire ben prima della conclusione.
 
“L´indagine europea invia al mondo un cattivo segnale di protezionismo che non solo getta un´ombra sul regolare commercio tra Europa e Cina, ma finirà per nuocere – qui la minaccia – sugli sforzi congiunti sino-europei per rispondere alla crisi sui debiti”. La Cina dispone della maggiori riserve in valuta estera del mondo, stimate a 3.200 miliardi di dollari, e la scorsa settimana aveva ribadito l´intenzione di sostenere l´Europa.
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