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Sanremo, quando cambieRai?

Certamente non possiamo definirlo un flop, ma la seconda serata di Sanremo ha subito un forte calo di ascolti, passando dal 48,5% al 37,24% di share.
 
L´effetto Celentano, dunque, continua a imperversare sul Festival. Quando non c´è lui gli ascolti crollano. E intanto, tra le altre, continuano le polemiche innescate da cantanti e discografici che hanno ritenuto molto offensivo ridurre gli artisti a delle comparse.
 
Nonostante le polemiche per gli attacchi ricevuti (“Avvenire e Famiglia cristiana devono chiudere”, aveva detto Celentano nella prima serata di Sanremo), Avvenire oggi afferma che bisogna dire grazie a Celentano: “È accettabile – scrive in un editoriale il direttore Marco Tarquinio – che troppe trasmissioni Rai continuino a ridursi a sgabelli del trono di ipertrofici Io mediatici? Audience e sollecitazioni degli sponsor giustificano davvero tutto? È così: quando si dichiara di voler chiudere la bocca a qualcun altro, si finisce per aprire questioni più grandi. E nonostante certe desolanti autoassoluzioni diventa impossibile fingere che non esistano”.  Quindi, “bisogna “forse anche ringraziare” Celentano. Ringraziarlo perché, evidenzia Tarquinio, dopo il suo show è il “caso Rai e della qualità di offerta del servizio pubblico ad essere sotto i riflettori e diventare non più eludibile. Oltre le sue intenzioni, ha riportato in primissimo piano il tema della cultura, dei compiti e delle modalità di svolgimento del servizio pubblico radiotelevisivo”.
 
Sembra ormai evidente che la polemica sia tutta spostata sul ruolo servizio pubblico. Il problema reale è Celentano, o una tv pubblica che ha perso il il senso del suo ruolo?
Ezio Mauro, direttore di Repubblica, sembra rispondere su twitter: “Cambiamo la Rai: così è inutile e dannosa. Si può fare”.
 
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