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Articolo 18, il travaglio interno che agita il Pd

Le anime del Pd si dividono sull´atteggiamento da tenere in parlamento per l´iter della riforma del mercato del lavoro. C´è chi come Enrico Letta, non mette in discussione il sostegno a Monti e chi invece è pronto a votare no. La presidente del partito Rosy Bindi è chiara: “Questo governo può andare avanti se rispetta la dignità di tutte le forze che lo sostengono”. Anche l´ex premier Massimo D´Alema, bolla il testo sui licenziamenti come “pericoloso e confuso”.
 
Bersani ieri a Porta a porta ha dato un altolà al governo, dopo che per tutta la giornata si erano rinconrsi gli appelli affinché prendesse una posizione:

“Io non accetto che Monti dica prendere o lasciare, è chiaro che noi votiamo quando siamo convinti, il testo va cambiato”. E ancora: “È una questione di diritti dei cittadini: il lavoratore non può essere messo in condizioni di debolezza, questa cosa va corretta. C´è il Parlamento e si corregge e il Pd si prende la briga e l´impegno di trovare le strade per correggere” dice Bersani da Vespa. «Aggiustiamole» le regole del mercato del lavoro, «ma con quale logica? Le aggiustiamo alla tedesca, non all´americana» dice il segretario.
 
Alfano: non accetteremo riformetta
“Sulla riforma del lavoro e dell´art. 18 dello Statuto dei Lavoratori il Pdl non accetterà di votare una riformetta al ribasso”, ha detto Angelino Alfano intervistato in diretta da Radio anch´io. Riferendosi alle riserve espresse da Bersani, il segretario del Pdl ha aggiunto: “Non si illudano di fare le modifiche che ritengono loro di fare sull´art.18. È evidente che gli interventi di modifica debbono eventualmente essere bilaterali, perché anche noi avremmo le nostre richieste di miglioramento”. “La riforma del lavoro? Dipende molto da quello che vuole fare Bersani. Se vuole fare la riforma che hanno in mente la Camusso e la Fiom, allora vinca le elezioni, la faccia, e poi la speghi lui alla gente”, ha continuato Alfano. “Mi pare che nelle ultime 48 ore – ha aggiunto Alfano – Bersani abbia detto tanti ma e pochi sì”.
 
Casini: Il Pd ci sarà
“I falchi devono tornare in gabbia. Tutti. Da una parte e dall´altra. La riforma del lavoro è coraggiosa, innovativa ma soprattutto necessaria”. E quanto allo strumento per realizzarla, “vedremo il Governo cosa proporrà” e “non confluirà necessariamente in un unico provvedimento” ma in ogni caso “il disegno di legge è la forma più opportuna per un confronto parlamentare che, deve essere chiaro, potrà modificare alcuni aspetti ma non snaturare la riforma: solo migliorarla”.
Ancora una volta paladino più di ogni altro del governo Monti e delle sue scelte, il leader Udc Pier Ferdinando Casini si dice convinto che alla prova del voto sulla riforma del lavoro anche il Pd ci sarà.
“Il Pd – ha detto Casini, intervistato da Repubblica- è un grande partito che ha fatto dei sacrifici per sostenere questo governo e ha manifestato in questi mesi tutto il suo senso di responsabilità. Non credo che voglia tornare indietro. Non è un partito incosciente. Il Pd non può restare indifferente se la Cgil non firma. Ma sono certo che anche stavolta il partito di Bersani darà prova di responsabilità e concretezza”.


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