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Dalla sobrietà all’interventismo, Monti scende in campo?

Quarantotto ore fa l’ultimatum all’Italia: “Se il Paese non è pronto, potrei lasciare”. Ieri l’affondo ai partiti: “Il Governo sta godendo di un largo consenso nei sondaggi, i partiti no”.
Che cosa si nasconde dietro questa insofferenza di Monti d’Oriente? Perché il professore ha lasciato il suo sobrio aplomb per esternazioni interventiste e di sfida? Secondo i retroscenisti oggi sui giornali potrebbe rivelarsi la prima mossa di un politico nascente.
 
Scrive Stefano Folli sul Sole 24 Ore: “Le frasi contro i partiti lasciano intendere che non tutto è chiaro nella storia dell´esperimento Monti, nel suo rapporto con la pubblica opinione e nella sua prospettiva politica. Il 2013 è lontano e molte cose devono ancora accadere”.
Una sua eventule discesa in campo sarebbe probabilmente un successo che rivoluzionerebbe la politica così come l’abbiamo intesa fino a oggi. Scrive ancora Folli: “Se Monti vuole fotografare la perdita di credibilità dei partiti al di là dei rilevamenti demoscopici, non ha che un mezzo: presentare una sua lista la prossima primavera e provocare un serio smottamento degli equilibri parlamentari. Se lo facesse otterrebbe un prevedibile successo (significativo il sondaggio volante di Sky Tg 24 sulle parole del premier: gli dà ragione circa il 75 per cento). I partiti tradizionali, a destra come a sinistra, pagherebbero un duro scotto. Il sistema politico ne uscirebbe trasformato”.
 
L’inviato della Stampa Fabio Martini registra da Tokyo un insolito condizionale nel linguaggio sempre puntuale del Premier che fa riflettere: «Noi dovremmo essere e saremo una breve eccezione». “Il dovremmo, effettivamente, – commenta Martini – contiene una piccola dose di ambiguità, non esclude un bis sempre negato ed è una ambiguità insolita in un personaggio come Monti che si serve di un linguaggio ricco e preciso. E’ come se fosse in corso un piccolo slittamento semantico, dal «non possumus» iniziale ad un approdo ancora tutto da definire”.
Quando sapremo qualcosa di più concreto? Dopo le amministrative, perché per il momento non c’è nessun piano o strategia, dice chi è molto vicino al professore. Ma le parole a volte possono contare quanto i fatti.
 
 
f.a.
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