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Il Papa in Messico: “basta odio e vendetta”

Ieri il Papa nel suo terzo ed ultimo giorno in Messico, ha pronunciato un appello contro l`odio e la violenza, proprio in un paese segnato da migliaia di uccisioni legate negli ultimi anni al narcotraffico. In una messa mattutina con oltre 350mila persone Benedetto XVI ha però esortato i cattolici messicani a non cadere nella “tentazione di una fede superficiale e abitudinaria”, e, nei vespri serali con i vescovi latino-americani, ha chiesto di evitare “divisioni sterili, critiche e diffidenze nocive”.
 
“In questi momenti in cui tante famiglie si ritrovano divise e costrette all`emigrazione, molte soffrono a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità, rivolgiamoci a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza”, ha detto il Papa durante l`Angelus di mezzogiorno. Prima di arrivare al Parque del Bicentenario, a quaranta chilometri dalla cittadina di Leon dove ha risieduto, il Papa ha sorvolato con l`elicottero il santuario del Cristo Rey, costruito sulla cima del Cerro del Cubilete, centro geografico del territorio messicano. In “tempi di prova e dolore”, ha detto Ratzinger, la Madonna è stata “invocata da tanti martiri che, al grido `Viva Cristo Re e Maria di Guadalupe`, hanno dato una perenne testimonianza di fedeltà al Vangelo e di dedizione alla Chiesa. Supplico ora che la sua presenza in questa cara nazione continui a richiamare al rispetto, alla difesa e alla promozione della vita umana e al consolidamento della fraternità, evitando l`inutile vendetta ed allontanando l`odio che divide”.
 
Il giorno precedente il Papa aveva incontrato un gruppo di famigliari di vittime del narcotraffico. Sebbene il Vaticano abbia sottolineato il carattere pastorale della visita, il presidente messicano, il conservatore Felipe Calderon, che in primavera affronterà le elezioni, ha seguito da vicino Benedetto XVI. Il quale, peraltro, non ha incontrato altri candidati alle presidenziali.
 
Nell`omelia della messa, celebrata dal Papa con circa 250 tra cardinali, vescovi del Messico, presidenti delle 22 Conferenze episcopali dell`America Latina e dei Caraibi e altri Vescovi di tutto il continente americano, nonché 3 mila sacerdoti, il Papa ha sottolineato il radicamento della fede nel continente. Richiamando la riunione dei vescovi latinoamericani che si è svolta ad Aparecida, in Brasile, nel 2007, il Papa ha però sottolineato “la necessità di confermare, rinnovare e rivitalizzare la novità del Vangelo, radicata nella storia di queste terre”. In questo senso, ha detto, è necessario che i fedeli “resistano alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerente. Anche qui si deve superare la stanchezza della fede e recuperare la gioia di essere cristiani”.
 
Esortazioni e richiami riecheggiati nell`omelia serale nella cattedrale di Leon. Ai vescovi latino-americani ha detto che “è particolarmente importante per i Pastori che regni uno spirito di comunione tra sacerdoti, religiosi e laici, evitando divisioni sterili, critiche e diffidenze nocive”. Il Papa ha poi sottolineato la necessità della comprensione e dell`incoraggiamento che un vescovo deve assicurare ai suoi preti, “e se fosse necessario, anche la sua paterna ammonizione su atteggiamenti inopportuni”.
 
Il Papa ha poi tessuto un elogio dei laici: “La loro formazione nella fede è cruciale per rendere presente e fecondo il Vangelo nella società di oggi. E non è giusto che si sentano considerati come persone di poco conto nella Chiesa, nonostante l´impegno che pongono nel lavorare in essa secondo la loro propria vocazione, ed il gran sacrificio che a volte richiede questa dedizione”. Poi un`esortazione generale a tutti i vescovi: “Siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto. La Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini. L´unico Dio Padre e Creatore è quello che ci ha costituiti fratelli: essere uomo è essere fratello e custode del prossimo”.


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