A lanciare l´allarme questa mattina è il direttore di Avvenire Marco Tarquinio: “E meno male che non ci sono solo malumori, cinguettii e fotografie d´occasione nella politica italiana ai tempi di twitter e del governo dei tecnici”. Ciò che conta secondo Tarquinio, è ben altro: “La vita degli italiani, le pensioni, le buste paga, il lavoro sono stati cambiati e persino ruvidamente rivoluzionati da una ventata d´austerità”.
L´apertura dei politici verso i nuovi orizzonti tecnologici ed in particolare i social network, solleva dubbi. Se da una parte fa parlare di conquista democratica, dall´altra sembra essere sempre meno gradita da alcuni politici. Superato ormai il vecchio veto delle “porte chiuse”, la twittmania ha contagiato tutto, sempre più impegnati in dirette che anticipano ormai di gran lunga il ruolo delle agenzie.
Tra questi i membri del Pd, che hanno dovuto subirsi il “rimprovero” di Pier Luigi Bersani che a Otto e mezzo ha parlato di “disciplina”: “La prossima volta chiederò autodisciplina”.
Ma c´è anche chi non se ne preoccupa e si definisce ´la regina di Twitter´: “C´è una contraddizione con le porte chiuse, ma non possiamo più pensare che le cose restino segrete”, dice Anna Paola Concia. “Si chiama trasparenza”. I social network “ci aprono al mondo e stravolgono le gerarchie squarciando il velo”.
