Era il 16 marzo 1978 e a Roma veniva rapito Aldo Moro e uccisi cinque agenti della sua scorta. Sono passati 34 anni da quel giorno ma la ferita nella storia è ancora aperta.
Moro non è stato infatti “soltanto un dirigente di partito e uomo di governo a livelli di massima responsabilità”, ma soprattutto “architetto dell´allargamento e del compimento della democrazia”, scrive Castagnetti su Europa. “E´ l´uomo che ha respirato con i polmoni della storia”- continua – che “ha sempre abitato serenamente il suo tempo, amato come dono della Provvidenza”.
E a ricordarlo oggi, tutti i quotidiani e frasi di commozione sui social network, che certamente non faranno giustizia. Qualcuno scrive infatti: “16/03/1978 Rapimento di Aldo Moro e massacro della sua scorta – ogni commento è superfluo”.
I presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, hanno deposto questa mattina a via Fani una corona di fiori in memoria del rapimento del segretario della Dc. Subito dopo, a rendere omaggio alla memoria di Moro e dei suoi uomini è stato il presidente del Consiglio Mario Monti, accompagnato dal ministro dell´Interno, Annamaria Cancellieri.
v.c