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Parlamentari, venuti dai fax ma a lezione di twitter

Andrea Sarubbi, deputato Pd, si definisce “metà uomo e metà tweet”. E ne ha tutte le ragioni! Questi i suoi numeri sul social network: 11.054 Tweet e ben 14.176 follower. La sua ultima settimana sul social network? “My week on twitter: 165 retweets received, 4 new listings, 190 new followers, 565 mentions”.
 
Interpreta il suo mandato come un servizio: assiduità e passione nel collegio elettorale (Napoli), ma soprattutto comunicazione continua in tempo reale di tutto quello che accade alla Camera. Oltre sul suo blog, che aggiorna quotidianamente, frequenta assiduamente facebook e twitter, dove si aggiudica il merito di primo deputato a raccontare in diretta le sedute più importanti.
 
A lui, raro esemplare di deputato digitale, abbiamo chiesto quanto sono tecnologici i politici italiani. “La confidenza con le tecnologie sta aumentando”, afferma Sarubbi. “Non aiuta molto l´età media del Parlamento, se devo essere sincero, perché la maggioranza dei miei colleghi appartiene alla generazione cartacea. Vengono dai fax, si sono adattati alle mail, hanno imparato l´iPad per necessità, ma in parecchi sono ‘cartacei dentro’. Come quelli che hanno imparato a guidare l´automobile quando le cinture di sicurezza non erano obbligatorie: se le mettono per dovere, ma se dovessero scegliere guiderebbero senza; quelli che invece hanno preso la patente quando c´era già l´obbligo, le considerano come una cosa abbastanza naturale”.
 
Proprio di questi giorni, un articolo “Il digital divide del Parlamento” su Italia Oggi Sette, evidenzia come le procedure parlamentari, le quali richiedono ancora l´uso del fax per ottenere permessi o appuntamenti con parlamentari, non siano proprio in linea con i tempi. L’onorevole Sarubbi risponde a riguardo: “La Camera, come spesso accade alle istituzioni, ha tempi più lenti della società. E nonostante gli sforzi (il portale per i deputati, ad esempio, che dovrebbe ridurre l´uso di carta), accadono cose come quelle che Italia Oggi denuncia”.
 
In cima alla classifica dei politici 2.0 di Andrea Sarubbi, Pier Ferdinando Casini: “un twittero di prim´ordine, come ha dimostrato la foto del vertice con Monti a Palazzo Chigi” afferma Sarubbi. Per il resto, “sui social network va molto bene su twitter Roberto Rao (Udc), su Facebook Roberto Giachetti (Pd)”, dichiara.
 
Lui che come leggiamo sul suo blog, sottolinea di non ricorrere ad uno “staff di ghostwriter”, ma di occuparsene personalmente, ritiene che su questo terreno ci sia ancora molto da migliorare: “Molti parlamentari utilizzano i blog solo come un archivio di comunicati stampa, ossia il contrario di quello per cui sono nati, e spesso li fanno gestire dallo staff. Ma complessivamente vedo buona volontà in giro: la media della tecnologizzazione si alza”.
 
“A me capita ogni settimana che qualcuno venga a chiedermi lezioni di twitter” ammette Sarubbi, il quale però si mostra comprensivo nei confronti dei colleghi meno attivi sul fronte tecnologico: “direi che il discorso è generazionale: noi quarantenni facciamo poca fatica, perché viviamo connessi, mentre per un settantenne andare su internet è spesso un evento. Come una mia cara zia che la domenica veniva a pranzo a casa nostra, nel quartiere vicino, e già dalla mattina si preparava al viaggio in macchina. Mi fanno sorridere alcuni colleghi che dicono ‘vado su internet’; per me è il contrario, nel senso che è una notizia quando spengo tutto”.
 
L´informazione politica nell´era dei social network indubbiamente sta cambiando e l’intraprendenza di alcuni uomini politici potrebbe rivelarsi dopotutto molto efficace.
“Le agenzie di stampa non hanno più l´esclusiva della notizia tempestiva, anzi, spesso il nostro lavoro le aiuta ad arricchire le notizie di particolari. I giornali non possono non tenere conto di tutto quello che i parlamentari producono. Rimane un po´ di diffidenza da parte di certi media tradizionali, che secondo me soffrono male la competizione: anziché trarne nuovi stimoli, alcuni giornalisti si chiudono nella torre d´avorio e si compiacciono di se stessi. Ma credo che stia cambiando anche la politica, perché grazie ai social network sta crescendo l´offerta di trasparenza (la domanda c´era già) ed è difficile tornare indietro”. A tal proposito, Andrea Sarubbi ne approfitta per invitare tutti a un dibattito proprio su questo tema che si terrà al Festival del giornalismo di Perugia il prossimo 28 aprile.
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