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Sicurezza nucleare, i grandi del mondo si ritrovano a Seoul

Decine di leader mondiali, fra cui il presidente Usa Barack Obama, prendono parte da oggi a Seoul al vertice di due giorni sulla sicurezza nucleare (per l´Italia è presente il premier Mario Monti). Al centro dei colloqui, le dispute aperte con Pyongyang e Teheran oltre alle modalità di un necessario ´modus operandi´ con il nuovo leader nordcoreano Kim Jong Un. Parlando di fronte a una platea di studenti, stamattina, Obama ha lanciato un messaggio chiaro: “Mi rivolgo direttamente alla leadership di Pyongyang. Gli Stati Uniti non hanno intenzioni ostili nei confronti del vostro paese. Vogliamo la pace”, ha dichiarato l´inquilino della Casa Bianca.
 
“Dovrebbe essere chiaro, ormai – ha aggiunto il presidente Usa nel suo intervento all´università Hankuk di Seoul – che le vostre provocazioni e il proseguimento del vostro programma di armamenti nucleari non vi hanno garantito la sicurezza che cercate, l´hanno piuttosto diminuita”. E ancora: “Non ci sarà ricompensa per le provocazioni – ha avvertito Obama – quest´epoca è finita”.
Il regime stalinista ha aggravato i timori della comunità internazionale quando, il 16 marzo, ha annunciato di voler mandare in orbita un satellite a metà aprile, in occasione delle celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita del nonno di Un, il Grande Leader Kim Il Sung.
 
Il satellite verrebbe montato su un missile a lunga gittata, violando quindi le promesse appena fatte dal nuovo leader, che aveva dato all´occidente l´impressione di voler aprire al dialogo. Il corpo del razzo Unha-3 è stato già portato nella base di lancio di Dongchang-ri e i preparativi sono in corso. Oggi stesso, la Corea del sud ha fatto sapere che “abbatterà il razzo (nordcoreano, ndr) nel caso in cui dovesse deviare il suo percorso e cadere sul suo territorio”; mentre il Giappone ha annunciato che dispiegherà i sistemi di difesa anti-missile.
Le sfide della Nord Corea e dell´Iran non sono ufficialmente citate nell´agenda del summit che aprirà oggi i battenti a Seoul, dando seguito a quello organizzato dallo stesso Obama nel 2010 con lo scopo di favorire la denuclearizzazione internazionale. Gli oltre cinquanta paesi invitati discuteranno infatti come prevenire che le armi finiscano nelle mani dei terroristi, ma il presidente americano ha già detto che solleverà la questione coreana con i russi, e soprattutto con il collega cinese Hu Jintao.
 
L´abitudine di Pechino di “chiudere un occhio sulle provocazioni deliberate di Pyongyang ovviamente non sta funzionando”, ha sostenuto alla vigilia il capo della Casa Bianca, che nel bilaterale di oggi con il presidente della Repubblica popolare ha chiesto di esercitare più pressioni sull´alleato nordcoreano.
Stesso discorso per l´Iran, altro convitato di pietra del vertice: “Il tempo stringe – ha detto ancora oggi Obama – l´Iran deve agire con serietà e il senso di urgenza che questa fase richiede”.
 
Il presidente americano dovrebbe cercare, nella due giorni di Seoul, anche di dare un seguito allo Start (Strategic Arms Reduction Treaty, ndr) siglato con il presidente russo uscente, Dmitri Medvedev, in vista di nuovi contatti e ulteriori proposte al suo successore Vladimir Putin, che incontrerà in maggio. Dal primo summit sulla sicurezza nucleare – che aveva l´obiettivo di impedire che il plutonio o l´uranio altamente arricchito finissero nelle mani dei terroristi – diversi paesi, fra cui il Kazakhistan hanno messo in sicurezza il loro materiale. Messico e Ucraina – ha reso noto Obama – hanno già eliminato dal loro territorio tutto l´uranio altamente arricchito.
 
Siria, Obama e Medvedev sostengono la via diplomatica
Il presidente Usa Barack Obama ha annunciato di aver concordato con l´omologo russo Dmitri Medvedev di sostenere gli sforzi diplomatici per risolvere la sanguinosa crisi siriana e garantire un governo “legittimo” a Damasco. La Siria è stata una delle priorità in discussione in un incontro di un´ora e mezza a margine del vertice di Seoul sulla sicurezza nucleare, l´ultimo incontro bilaterale della presidenza Medvedev, che a maggio cederà la poltrona del Cremlino all´ex inquilino Vladimir Putin.
Obama ha ammesso con i giornalisti che nei mesi scorsi ci sono state divergenze tra Washington e Mosca, da sempre vicina al regime del presidente siriano Bashar al-Assad. Ma con Medvedev “siamo d´accordo sul fatto che dobbiamo sostenere gli sforzi di Kofi Annan per porre fine al massacro in corso in Siria” e che l´obiettivo è di avere una governo “legittimo” a Damasco, ha detto Obama. La scorsa settimana Russia e Cina hanno dato il loro assenso al piano di pace messo a punto da Kofi Annan, inviato dell´Onu e della Lega araba per la Siria. Il piano prevede il cessate il fuoco, il ritiro dell´esercito e delle armi pesanti dalle città, una tregua umanitaria di due ore al giorno e l´accesso a tutte le aree in cui si combatte. Annan chiede anche il rilascio degli oppositori arrestati nell´ultimo anno, periodo nel quale il conflitto ha causato 8mila vittime.
 
Obama ha detto di aver parlato con Medvedev anche del programma nucleare iraniano e che entrambi hanno espresso l´auspicio che gli sforzi diplomatici possano porre fine all´empasse nei negoziati tra Teheran e il 5+1, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell´Onu più la Germania. “Abbiamo concordato che i negoziati tra il 5+1 e l´Iran dovranno essere annunciati presto” ha detto Obama. I colloqui “ci offriranno l´opportunità di discutere sul piano diplomatico della questione critica di garantire che l´Iran soddisfi i suoi obblighi internazionale che gli consentiranno di rientrare nella comunità internazionale”.


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