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Argentina espropria Repsol-Ypf. E la Spagna crolla

La risposta di Madrid all’annuncio del presidente argentino Cristina Fernandez di espropriare il 51% di YPF, la principale compagnia petrolifera del paese, attualmente controllata dalla spagnola Repsol, non si è fatta attendere.
 
La decisione di Buenos Aires “rompe il clima di amicizia” tra la Spagna e l´Argentina, secondo quanto informa il capo della diplomazia spagnola, José Manuel Garcia Margallo, al termine di una riunione di crisi con il capo del governo conservatore spagnolo, Mariano Rajoy. “Si tratta di una decisione ostile contro Repsol, quindi contro un´impresa spagnola, quindi contro la Spagna”, ha affermato dal canto suo il ministro dell´Industria, José Manuel Soria. Madrid ha promesso misure “appropriate, chiare e forti”.
 
Da Brasilia, il segretario di stato americano Hillary Clinton ha reagito dichiarando che “questa decisione sarà molto discussa e a ragione”. “Un mercato aperto dell´energia e delle infrastrutture è il miglior modello di accesso al mercato e questo vale per il mondo intero”, ha affermato Clinton. Repsol YPF è l’azienda leader sul mercato dei combustibili in Argentina. La sua filiale argentina YPF, privatizzata negli anni Novanta, controlla il 52% delle capacità di raffinazione del paese e dispone di una rete di 1.600 distributori di benzina.
 
“Delle azioni soggette a espropriazione, il 51% apparterrà allo Stato e il restate 49% sarà distribuito tra le province produttrici”, precisa il testo presentato ieri al Congresso argentino.
 
Il crollo di Madrid
 
Scende nella Borsa di Madrid il gigante petrolifero Repsol. Alle prime battute il titolo Repsol è arrivato a cedere oltre l´8 per cento, trainando al ribasso l´indice generale Ibex 35. Successivamente la caduta si è ridotta in parte ad un meno 5,38 per cento a 16,54 euro. Ancora peggio è andata per la parte di capitale quotata proprio in Argentina: alla Borsa di Buenos Aires ieri il titolo ha chiuso in caduta del 9,45 per cento.
 
r.m.
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