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Grillo leader o pagliaccio? I politologi rispondono

Beppe Grillo: pagliaccio o nuovo leader politico? L’abbiamo chiesto, provocatoriamente, ma mossi dalla volontà di capirci qualcosa, a undici tra opinionisti, politici e addetti ai lavori. Ne esce fuori un ritratto piuttosto coerente: l’uomo è innovatore, attento, popolare, capace di un linguaggio che arriva diritto al bersaglio che intende colpire. Lontano mille miglia, dunque, dalla “vecchia” politica e dai suoi codici spesso indecifrabili per la gente comune.
Potrebbe essere, forse, un ottimo politico per la capacità di immediatezza e di intercettare bisogni e malumori di tutti noi. Ma basta? Tutti concordano perché continui ad essere quello che è.
 
Definito dal Financial Times, come “uno dei più influenti blogger d’Europa” e promotore di molte campagne contro la corruzione in politica e negli affari, Grillo ha fatto poche settimane fa, una “lavata di capo” alla dirigenza Telecom, mentre era in corso l’assemblea dei 284 azionisti, riunitisi per dire la loro sulle ultime vicende dell’azienda. In quella sede, Grillo fece un appello ripreso dalle testate di tutto il mondo. “Faccio appello alla vostra dignità: dimettetevi. Ve lo chiede il Paese”.
 
Antonio Valente
Beppe Grillo potrebbe offendersi, ma ritengo che sia potenzialmente un eccellente leader politico. Lo è molto di più dell’attuale classe politica dirigente per diverse ragioni: perché è più sensibile, nformato, curioso, innovatore, attento, critico, proattivo e soprattutto perché si è sempre messo in gioco in prima persona.
Se a questo aggiungiamo che è popolare, amato e capace di sintonizzarsi con i cittadini, i capisce bene che potrebbe essere un ottimo politico (senza offesa!)
Personalmente, preferirei comunque che restasse un grandioso pagliaccio. Buona Fortuna Grillo!
 
Oscar Giannino
L´ho scritto e lo ripeto: povero quel Paese e quel mercato, in cui a dire alcune verità è un Fool che, come nelle commedie di Shakespeare, si concede di andare oltre i limiti della convenzione per parlare fuori dai denti. Grillo è diventato negli ultimi anni un concentrato assai discutibile di consumerismo d´attacco, con argomenti che a volte al mercatista qual è il sottoscritto, piacciono poco, e talvolta niente. Sull´energia a volte, per esempio, conta fole. Ma, detto questo, sugli intrecci societari o sulle intercettazioni a Telecom ha detto grandi verità.
Anche se è triste, che si debba affidare a dei bardi ciò che spetterebbe ai rappresentanti dei soci.
 
Silvia Ronchey
A proposito di Grillo, parlerei di una vera e propria forma d’arte. Il ruolo dell’artista, come quello dell’intellettuale, è stimolare la politica dall’esterno. Gli artisti hanno la funzione di critica al potere e questa verrebbe meno se indulgessero a far parte di quel potere da cui la loro arte prende ispirazione. Il ruolo di Grillo è politico ma guai a determinare una contaminazione tra atteggiamenti di spettacolo e di Stato. La politica resti “res severa”.
 
Alessandra Ghisleri
Beppe Grillo parla ai cittadini con un linguaggio diretto, semplice, chiaro, accessibile a tutti. Con i suoi “monologhi sociali” arriva senza mezzi termini a trovare un facile varco nel cuore degli italiani parlando loro di cose che tutti conoscono, ma che nessuno sa esprimere. Il “Grillo sparlante” diventa così una perfetta sintesi di enigmaticità. Beppe Grillo non è né un pagliaccio, né un leader politico, è un grande interprete del sentimento populista. Sicuramente potrebbe dar luogo, come ispiratore, ad un importante movimento in tutela dei consumatori, e quindi di tutti noi… Il nuovo Ralph Nader all’italiana?!?!
 
Gianluigi Paragone
Pagliaccio o leader politico: possibile che non ci sia una via di mezzo?
Non credo che il pubblico di Grillo (tra cui il sottoscritto) abbia voglia di perdere un gran mattatore del palcoscenico per aggiungere l´ennesimo e inutile leader politico. Beppe Grillo è un comico preparato; è uno che studia e legge le carte. Prendiamolo però per quello che è, senza glorificare il suo spettacolo ma neanche pensando che si tratti solo di un canovaccio comico. Io di solito faccio così: rido (perché come costruisce lui la battuta ce ne sono pochi, e poi amaramente ammetto che il pagliaccio spesso ha ragione. Non per questo ne faccio un guru.
 
Klaus Davi
Non mi sento di definirlo pagliaccio. Grillo è già leader di un movimento, quello dei consumatori, attivo nella Rete. Ed è preso sul serio sia dagli elettori che dalle aziende. Non è detto che abbia un futuro però: il nostro sistema dimostra continuamente che per diventare player, occorre avere una grande quantità di mezzi. Forse più che “leader politico” potrebbe avere molte chance a diventare leader di un nuovo modo di fare politica.
 
Teresa Petrangolini
Nel tempo della politica mediatica, non mi stupisce che Beppe Grillo o Le Iene o Striscia la notizia siano diventati attori protagonisti della vita pubblica. Io stessa sono iscritta al blog di Grillo e trovo che lui – come gli altri – facciano spesso un lavoro eccezionale, in alcuni casi capace di trasformare la realtà. Mi resta un dubbio però: che siano dei portavoce senza popolo. Anche nell´era digitale, le iniziative per la tutela dei diritti hanno bisogno di movimenti di persone in carne e ossa.
 
Costanza Rizzacasa
Macché nuovo leader politico… Beppe Grillo è un ecopagliaccio, però di genio. Molto furbo e sempre molto attento al suo tornaconto, sia in termini economici che di visibilità. Attacca le cattedrali del profitto ma lui stesso è una macchina da soldi.
 
Maria Latella
Né pagliaccio né politico. Beppe Grillo riempie un vuoto, questo sì, lasciato da una politica molto impegnata nell´autoconservazione e in riti totalmente indifferenti ai cittadini. Ci sono altri Beppe Grillo, nel mondo. In Francia, per dire, o negli Stati Uniti, dove ci ha provato con relativo successo, Michael Moore, regista di documentari che hanno quantomeno fatto riflettere sugli studenti uccisi da altri studenti (la strage di Columbine) e sui legami di potere del clan Bush. Grillo ha scelto come bersaglio le aziende, la Telecom soprattutto.
Se si candidasse, sarebbe probabilmente eletto. Ma penso che, intelligente e attento al suo capitale di popolarità, non lo farà. Anche lui, forse, si rende conto di quanto bene farebbe, al nostro Paese, una politica di fatti. Con poca o niente retorica. Di spettacolo, e di parole, ne abbiamo avuto a sufficienza.
 
Peppino Caldarola
Temo che se continua così sarà un leader politico. Perché ha inventato una nuova forma di populismo, perché organizza un partito senza elezioni, senza gazebo e tutto nella Rete. E poi perché è più simpatico di Fassino!
 
Giancarlo Bosetti
Né l´uno né l´altro. Beppe Grillo è un grande talento teatrale, della comicità “a bersaglio”. Prende la mira e colpisce. E naturalmente ai bersagli fa male, fin dall´epoca di Pietro Longo, ricordate?, che massacrava in lunghi monologhi su teoremi che finivano con la formula “P2”. Al posto della P2 ha messo le grandi imprese, difende i consumatori, fa campagne ambientaliste: forse sogna di diventare un leader come Ralph Nader. Ma per fare politica bisogna smettere di far ridere (volontariamente): condizione sine qua non. Rischia di prendere meno
voti dell´americano e di perdere il lavoro che sa fare meglio. Ha un difetto: poca memoria. Ha collaborato con Reset, agli inizi della rivista, poi ha intitolato così l´ultimo suo spettacolo, senza mandarci neanche una cartolina. Ingrato!
 
Oliviero Beha
Beppe Grillo è un comico politico che sta facendo strame di politici comici.
E´ la misura della situazione di basso impero odierna in Italia, misura in positivo per lui ma rovesciata, in negativo, per una classe politica sfatta.
 
a cura di Ilaria Donatio
Formiche, giugno 2007


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