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Ricetta per la felicità dei Piccoli e del Paese

Prendete 3 economisti. Non gli ultimi arrivati. Yale, MIT di Boston, Banca Mondiale. Mandateli in Messico, a Puebla.
Fategli monitorare un piano di assistenza pubblica a piccole e medie imprese locali, finanziato con soldi dei contribuenti. Esso permette a 80 aziende sorteggiate di fruire di servizi di consulenza manageriale per 2 anni (incontri di 1 volta a settimana per 4 ore per ogni impresa), sugli aspetti operativi su cui l’azienda rivela essere più indietro in base alla valutazione di test standardizzati e della valutazione degli stessi consulenti.
 
Le micro imprese sorteggiate hanno pagato il 10% del costo della consulenza, le piccole il 20%, le medie il 30%. Il costo della consulenza non scontato era di circa US$57 orari in media, 11,856 dollari annuali ad impresa (4 ore per 52 settimane).
Fategli paragonare al termine del programma i cambiamenti di performance rispetto a quelli di un altro gruppo di imprese di settori e dimensioni simili, non aiutati dalla consulenza.
 
Ecco gli ingredienti. Il piatto che ne risulta? Sorprendentemente squisito.
80% per cento di più di vendite e 120% di più profitti per le aziende che ricevono supporto consulenziale. Grazie, soprattutto, ad aiuti su due funzioni chiave: marketing e finanza e controllo. Al termine del periodo di affiancamento salgono anche nelle 80 aziende l’auto-stima e la sicurezza del padrone-imprenditore.
C’è di più. L’esperimento essendosi svolto poco prima della crisi economica del 2008, è interessante domandarsi cosa sia avvenuto ai due gruppi di aziende durante la stessa. Ebbene: 89% di esse, aiutate o no dai consulenti, si sono dette colpite dalla crisi. Quando gli è stato chiesto come hanno reagito alla crisi, le risposte si sono differenziate proprio tra gruppi di imprese. Quelle che erano state aiutate dai consulenti si sono dimostrate di avere 8% meno di probabilità di avere tagliato la produzione di quelle che non avevano avuto supporto consulenziale.
 
Forse perché avevano più strumenti manageriali e strategici per reagire alla crisi?
Perché allora così poche aziende piccole usano servizi di consulenza? Forse non sono poche: forse quelle che non li usano non ne hanno bisogno e quelli che li usano sono quelli che più ne beneficiano come sembrano dimostrare i risultati. Ma allora, comunque, perché quelle che hanno tanto guadagnato da questi servizi non li prendevano prima? Ci avrebbero guadagnato, mostrano gli autori, eccome, anche pagandoli senza sussidio statale. L’evidenza mostra che molte aziende a cui erano stati offerti tali servizi, anche scontati, e li hanno rifiutati, hanno motivato la risposta dicendo che avevano problemi di liquidità. Ma anche questa risposta non spiega tutto: perché allora le aziende di consulenza non si fanno pagare a risultato o le aziende si fanno prestare i soldi per pagare una consulenza che si ripagherà abbondantemente?
 
Forse c’è una ignoranza sul valore enorme che la consulenza può avere specie per le piccole imprese.
C’è dunque una risposta diversa, nuova, più fresca e ottimista al famoso nanismo delle piccole, che nulla ha a che vedere con l’art. 18 e la sua grigia riforma. “Il capitale serve, certo, ma bisogna saperlo usare … Ci vogliono capacità manageriali” per crescere dicono gli autori. Ma per acquisire queste capacità qualcuno te le deve insegnare. Il problema è che spesso non sai di non averle: mentre non avere credito il padrone lo tocca con mano, non avere doti manageriali non lo nota, è umano. E quindi non si domandano servizi consulenziali.
 
Ecco dove può entrare lo Stato con la sua mano potente. Negli Usa la famosa Small Business Administration, Ministero vero e proprio per la piccola impresa, si dà da fare anche per formare i managers delle micro e piccole, sovvenziandonandole con training appropriato.
Invece di licenziare capitale umano, aiutiamo il capitale manageriale, mi verrebbe da dire. Ma va là, mi dicono i piccoli imprenditori, chi ci pensa in questo Paese a noi piccoli?
 
Ecco un’altra prova che siamo un Paese di im-pari opportunità? No, ecco una nuova opportunità di sfidare il declino con attivismo e intelligenza di politica economica. Si può fare. Si può fare. Si può fare.
 
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