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SilenziosaMente, la marcia su Roma contro i suicidi da crisi

Stasera sfilerà a Roma la marcia che unisce sindacati e imprese, dipendenti, artigiani, commercianti, tutti uniti “SilenziosaMente”, per denunciare la grave crisi industriale nel Lazio e soprattutto per ricordare chi, in tutta Italia, strangolato dai debiti, non vedendo via d´uscita si è tolto la vita.
“SilenziosaMente” è infatti il titolo scelto per la fiaccolata organizzata da 20 sigle tra sindacati, associazioni e confederazioni, tra cui Cgil, Cisl, Uil, Confcommercio, Federlazio e Unindustria. Una iniziativa che vedrà sindacati, imprese e lavoratori manifestare silenziosamente a Roma al Pantheon a partire dalle 20 per “richiamare l´attenzione di istituzioni e opinione pubblica sul grave stato di crisi delle pmi e del mondo del lavoro, con un pensiero a tutti coloro che, strangolati da debiti con banche e fornitori, hanno scelto di togliersi la vita”, spiegano gli organizzatori, ricordando le cifre: nel 2011 ci sono stati oltre 1.000 suicidi tra lavoratori e imprenditori, dato cresciuto del 24% dal 2008.
In particolare gli organizzatori puntano il dito sui ritardi nei pagamenti nelle transazioni commerciali tra pubblica amministrazione e privati, i cui tempi, “già lunghi in passato, sono aumentati a dismisura con l´avvento della crisi economica”.
Ritardi – sottolineano – che, sommati al cosiddetto credit crunch – sotto forma di razionamento del credito e innalzamento del suo costo, unito a richieste di garanzie sempre più pesanti – hanno messo in ginocchio l´intero sistema della piccola e media impresa sul territorio.
 
I dati di Unioncamere
Il 2012 comincia in salita. Meno iscrizioni e più cessazioni: è così che, nel primo trimestre del 2012, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in 120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368). In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese.
Praticamente il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano mancate all´appello “solo” 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese nel I trimestre è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% del 2011.
 
Questo, in sintesi, il quadro che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell´anno, fotografati da Movimprese e resi noti oggi a Lecce dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno sullo sviluppo del Mezzogiorno.
La “macchina del tempo” dell´anagrafe delle imprese riporta quindi le lancette al primo trimestre del 2009, quando si registrò un saldo negativo pari a -30.706 unità e un tasso di crescita del -0,5%, allora risultato della fortissima crisi economico-finanziaria esplosa l´anno precedente. Oggi, “la brusca frenata della vitalità imprenditoriale è l´evidente risultato della fase di recessione avviatasi nella seconda metà dello scorso anno e dell´accresciuta e diffusa difficoltà ad entrare nel mercato”, osserva Unioncamere.
 
“I successi del Made in Italy nel mondo da soli, non bastano a sostenere l´occupazione e a ricostruire il benessere dei territori andato perso nella crisi di questi anni” ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “L´anagrafe delle imprese – ha proseguito – è uno specchio fedele dell´immagine dell´economia reale che oggi ci viene restituita per quello che è: segnata da profonde difficoltà e da una diffusa incertezza nel futuro. C´è bisogno di politiche di sostegno dell´impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani. Oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale. Le Camere di commercio – ha concluso il presidente di Unioncamere – intensificheranno l´impegno a sostegno del tessuto economico, soprattutto di quello meridionale più in difficoltà in questo momento”.
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