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Nessun governo per la Grecia. E le borse crollano

In Grecia naufraga anche l´ultima speranza di formare un governo tecnico.  La riunione tra il presidente greco Karolos Papoulias e i dirigenti dei principali partiti, è terminata senza che sia stato raggiunto l´obiettivo di un accordo per la formazione di un governo di unità.

 
L´esito dei colloqui rende quindi inevitabile un nuovo ricorso alle urne, come ha confermato il leader del partito Socialista, Evangelos Venizelos: in linea di principio le elezioni dovrebbero tenersi il 17 giugno prossimo, ma non è stata ancora fissata alcuna data ufficiale.
Venizelos ha duramente criticato l´atteggiamento di alcuni partiti (in primis la sinistra radicale del Syriza) e ha sottolineato come “tutti i greci dovrebbero leggersi i verbali dell´incontro per rendersi conto dei giochi politici di alcuni”, auspicando un “voto più maturo” alle prossime elezioni.
 
La Grecia fallisce l´ultimo tentativo e le borse europee, Milano compresa, crollano tra mille paure, senza escludere un´uscita di Atene dall´euro. L´indice Ftse Mib perde il 2,56%, mentre il differenziale tra il rendimento dei Btp italiani e quello dei Bund tedeschi è tornato a sfiorare quota 440.
Sono le banche, massicciamente downgradate ieri in tarda serata da Moody´s, a pagare per prime il conto della giornata. Bper – 8,79%, Mps -7,4%, Banco Popolare -6,7%, Unicredit – 5,53%, Intesa -5,47%, Ubi -5,35%. Mediolanum ha perso il 5,68%, Popolare Milano il 4,86%, Mediobanca il Atene3,9%.
Sul listino principale, si contano comunque sulle dita di una mano i titoli non in rosso. Male anche A2A (-5,13%), Mediaset (-4,35%), Finmeccanica (-4%).
 
Secondo la stima preliminare dell´Istat il Pil ha subito una nuova contrazione, pari allo 0,8 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, la più forte da inizio 2009.
Si tratta del terzo trimestre consecutivo in recessione del Pil italiano e in media gli analisti si attendevano una contrazione meno acuta, dello 0,6 per cento. Dopo una dinamica di stabilizzazione nei primi scambi mattutini, rispetto ai livelli di ieri, si sono registrati nuovi indebolimenti sui Btp decennali dell´Italia, che si evidenziano con aumenti dei rendimenti. Su queste emissioni infatti i tassi retributivi sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo. I rendimenti del Btp salgono al 5,83 per cento e il loro differenziale o “spread” rispetto ai Bund della Germania si allarga a 4,38 punti percentuali, secondo Bloomberg, o 438 punti base.
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