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Strage di Houla, Onu condanna la Siria. Terzi: superato limite

Il consiglio di sicurezza dell´Onu ha attaccato duramente il governo siriano per il massacro di Houla, dove sono morti almeno 108 civili, tra cui decine di bambini. Parole di condanna anche dal nostro ministro degli Esteri Giulio Terzi che, intervistato dalla Stampa, ha parlato di “limite superato”. L´offensiva delle truppe governative siriane è arrivata anche ad Hama, nel centro del Paese, dove ha fatto almeno 33 morti, tra cui sette minori.
 
In una dichiarazione approvata all´unanimità al termine di una riunione d´urgenza a New York, i 15 stati membri hanno denunciato “una serie di bombardamenti dei carri armati e dell´artiglieria governativa contro una zona residenziale”.
Il Consiglio ha intimato a Damasco di porre fine immediatamente all´uso di armi pesanti nelle città siriane ribelli e di ritirare le sue forze da queste città, conformemente al piano di pace del mediatore delle Nazioni Unite e della Lega araba, Kofi Annan. I 15 stati membri del Consiglio Onu hanno ribadito il loro sostegno agli sforzi di Annan e lo hanno incaricato di trasmettere “nei termini più chiari” le loro richieste al governo siriano.
 
Il regime siriano ha negato ogni responsabilità per il massacro di Houla, attribuendolo a gruppi terroristici. La Russia, che in un primo momento aveva dubitato delle responsabilità del suo alleato siriano, ha poi approvato la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell´Onu.
 
“L´Italia è pronta a sostenere risoluzioni Onu più robuste che tengano conto dell´emergenza umanitaria in Siria” ha dichiarato, invece, il ministro Terzi, sottolineando che “non si può restare a guardare quando decine di bambini vengono uccisi così brutalmente. Il limite è stato superato, occorre fare qualcosa. Non c´è più tempo da perdere”.
 
Il ministro Terzi ha ribadito il suo sostegno “convinto e senza riserve” al piano di pace dell´inviato internazionale per la Siria, Kofi Annan, evidenziando però che “il regime siriano forse non ha capito che non è a tempo indeterminato”. Poi ha anche affermato che “se necessario rafforzeremo la missione di monitoraggio fino a 2-3.000 unità e, se ogni altro tentativo non riuscirà a fermare le violenze e avviare un processo politico per uscire dalla crisi, occorrerà che il Consiglio di sicurezza valuti come rendere più efficace la missione e la sua capacità di autotutela”.
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