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Bce, oggi la decisione sui tassi di interesse

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che oggi comunicherà le sue decisioni sulla politica monetaria si annuncia molto impegnativo. Se la maggior parte degli analisti non si attende variazioni di rilievo rispetto alla linea attuale – tassi di interesse fermi al minimo storico dell´1 per cento e ancora ´stand by´ sulle misure straordinarie anti crisi – l´aggravarsi del quadro economico, che si aggiunge alle tensioni di mercati sulla crisi dei debiti nell´Unione valutaria, ha alimentato ipotesi su eventuali interventi. O quantomeno su segnali di un orientamento in tal senso che la Bce potrebbe maturare, mentre le decisioni concrete potrebbero attendere ancora qualche settimana, tra l´altro per vedere quale sarà l´esito di una incognita di rilievo il 17 giugno con la ripetizione delle elezioni in Grecia.
 
L´incontro del direttorio è anticipato di un giorno – di consueto si svolge infatti il primo giovedì del mese, dato che il 7 giugno in Germania come in altri paesi del Nord Europa si celebra la festività del Corpus Christi.

La decisione sui tassi verrà comunicata alle 13 e 45, mentre il punto della situazione verrà fornito come di consueto dal presidente Mario Draghi nella conferenza stampa esplicativa alle 14 e 30. L´istituzione non ha mandato segnali espliciti che possano far presagire riduzioni del costo del danaro, ma del resto già al suo debutto, nel novembre 2011 Draghi si presentò con una inattesa riduzione.

 
Difficile escludere qualcosa a priori. Oggi verranno anche aggiornate le previsioni dei tecnici della Bce su economia e inflazione, ed eventuali nuovi revisioni al ribasso potrebbero ulteriormente spianare la strada a riduzioni dei tassi. Si sono poi create ipotesi anche sulla possibilità che la Bce effettui una nuova asta di maxi prestiti agevolati alle banche (Ltro), quelli che a inizio 2012 erano riusciti anche a contrastare temporaneamente le tensioni sui debiti pubblici. Invece finora ha mantenuto fermo il suo programma di acquisti diretti calmieranti di titoli di Stato sotto stress (Smp), un sistema che aveva creato anche più controversie in seno al direttorio.
 
Ma il quadro macroeconomico offre pochi spunti di ottimismo per i banchieri centrali. Oltre alle perduranti tensioni dei mercati, ieri un indicatore concreto come quello delle vendite del commercio al dettaglio ha segnalato una contrazione più pesante del previsto ad aprile, un meno 1 per cento che riflette la debolezza dei consumi delle famiglie. E intanto le indagini sulle imprese hanno confermato su maggio un peggioramento del quadro recessivo, ai valori più deboli da tre anni. Questo mentre la disoccupazione non fa che aumentare, tanto da salire ad un nuovo massimo storico dell´11 per cento nell´area euro.
 
Le sollecitazioni arrivano da più parti. La Spagna si è spinta a chiedere esplicitamente la riattivazione del programma di acquisti di bond, mentre Fondo monetario internazionale e Ocse hanno suggerito tagli ai tassi di interesse e anche loro la riattivazione del Smp. Tuttavia in passato le pressioni esterne sulla Bce non hanno avuto esiti positivi, semmai possono far irrigidire le posizioni del direttorio. A complicare il quadro ci si è messa anche la Corte dei conti europea, che nella sua relazione annuale sull´operato della Bce le ha raccomandato di dotarsi di un responsabile unico sulla gestione dei rischi, e di migliorare la divulgazione delle relative informazioni.
Francoforte ha risposto rivendicando l´adeguatezza della sua struttura di gestione rischi e della relativa rendicontazione.
 
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