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G20, al via i lavori del summit della fiducia

Si accendono i riflettori sul summit del G20 di Los Cabos, in Messico con la crisi dell`Eurozona lontana dall`essere risolta e l`incertezza all`indomani del voto in Grecia. La strada per una possibile soluzione dei problemi del Paese è appena all`inizio e la ripresa globale sembra minacciata dalle sorti del Vecchio Continente.
Ma cosa succederà oggi e domani in Messico? In pochi credono al fatto che sarà trovata una ricetta finale per risolvere la crisi, ma alla vigilia del vertice quello che si dice è che questo sarà il summit della fiducia. “Siamo solo all´inizio, sarà un vertice importante, le dinamiche europee si stanno avvicinando”, ha detto il Presidente del Consiglio, Mario Monti, al suo arrivo in Messico.
 
Il compito dei leader, sarà soprattutto calmare gli investitori e i mercati, un obiettivo psicologico ma di fondamentale importanza in un momento estremamente difficile. E il programma di appuntamenti di Monti durante questo G20, i cui lavori iniziano oggi ufficialmente con la seduta plenaria in calendario alle 15 locali (le 23 in Italia) sarà molto fitto. Nella mattinata messicana, per il presidente del Consiglio è in calendario una serie di bilaterali con i leader sudamericani, tra cui il presidente messicano Felipe Calderon (anche in qualita´ di presidente del G20), con la presidente argentina Kristina Kirchner e con il presidente cileno Pinera.
 
Da un punto di vista più concreto, le forze politiche globali si aspettano risposte: “gli europei devono dimostrare che potenza di fuoco hanno a disposizione”, ha detto Angel Gurria, segretario generale dell`Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
 
Ma mentre nei giorni scorsi il voto in Grecia pesava come un macigno sulle prospettive dell`Eurozona e, di conseguenza, del summit del G20, dopo il voto a prevalere è un più cauto ottimismo, che arriva anche dalle economie emergenti, come la Cina. Pechino, ha detto il vice ministro delle Finanze Min Zhu Guangyao, “ha fiducia in Eurozona solida e prospera” e “ritiene che l`Unione Europea abbia la capacità e il potere di superare la crisi del debito” perché “un`Eurozona forte e unificata è un bene per l`Europa, per la Cina e per l`intera economia globale”.
 
Al centro delle discussioni vi sarà inevitabilmente la crisi dell`Eurozona. Ma si parlerà anche di altro, per esempio dell`escalation di violenza in Siria e del programma nucleare iraniano. Obama, ha detto il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes, a margine dei lavori ha in programma bilaterali con il presidente russo Vladimir Putin (oggi, per discutere di Siria e Iran) e il suo omologo cinese Hu Jintao (domani, per parlare di Corea del Nord), al termine del quale terrà una conferenza stampa di commento ai lavori del summit.
 
Con Putin la strada è tutt`altro che in discesa: “Chiaramente ci sono ancora punti di disaccordo sulla Siria, ma ci sarà una buona occasione per i due presidenti di incontrarsi e discutere”, ha detto ieri il portavoce del dipartimento di Stato Victoria Nuland, ribadendo che gli Stati Uniti parlano della “direzione generale” verso cui vorrebbero vedere andare la Siria, “di principi generali che il segretario di Stato (Hillary Clinton) ha delineato per una transione” e di come “mettere in atto in tutti i suoi aspetti il piano delineato da Kofi Annan”.


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