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I nuovi numeri sugli esodati

I lavoratori da salvaguardare oltre i 65mila già coperti dal decreto, potrebbero essere “55mila”, tra questi “40mila” sono quelli “in mobilità ordinaria al 31 dicembre e potrebbero rientrare nello status di salvaguardati”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in audizione in Aula al Senato sul tema degli esodati.
“Con riferimento ai lavoratori individuali, si potrebbe ampliare la platea inserendo in modo esplicito anche coloro che hanno ripreso a lavorare in modo saltuario e che maturano la decorrenza entro il 2014. Lo stesso ampliamento potrebbe riguardare i lavoratori cessati individualmente. Questa nuova platea di lavoratori da salvaguardare è quantificabile, con il margine di errore che le stime necessariamente comportano, in circa 55mila soggetti, come specificato di seguito. Vi sono 40mila lavoratori in mobilità ordinaria, a seguito di accordi sindacali stipulati entro il 31 dicembre e con data di licenziamento successiva al 4 dicembre”, ha spiegato il ministro.
“Di questi potrebbero rientrare nello status di salvaguardato entro il periodo, coloro che maturano i requisiti per la pensione entro la fine del periodo di mobilità, in coerenza con il precedente decreto”.
 
Secondo i dati forniti dal ministro “una verifica dei requisiti contributivi anagrafici individua: 4.700 lavoratori già in mobilità ordinaria; 15.300 lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria fino a marzo 2012 (ultimo dato disponibile), che si ipotizza passeranno al trattamento di mobilità ordinaria della durata di tre-quattro anni; 20.000 lavoratori, che si prevede saranno posti in mobilità senza il passaggio per la cassa integrazione guadagni straordinaria, stimati sulla base dei dati numerici indicati nelle liste degli accordi stipulati tra il 2008 e 2011 a disposizione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale; 1.600 lavoratori del settore finanziario aventi diritto ad accedere a fondi di solidarietà; 7.400 preselezioni volontarie, con ultimo versamento contributivo volontario, con pensione avente decorrenza nel 2014, secondo i requisiti della precedente normativa, e 6.000 lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2011, in ragione di accordi individuali e collettivi, sempre con pensione con decorrenza entro il 2014”.
 
L´indagine della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro
Se non sono 390 mila, di sicuro gli esodati non scendono sotto i 370mila. A tirare le somme sul balzello dei dati, circa i “pensionandi” a cui il Ministero del Welfare deve dare risposta, è un´indagine della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro.
“Se è vero – sottolinea Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro – che 65 mila lavoratori sono stati salvaguardati dal Decreto, ne restano almeno altri trecentomila che in virtú della normativa vigente si ritroveranno presto “esodati” in attesa della pensione senza aspettare le nuove regole previste dal Dicastero guidato da Elsa Fornero”.
Nel 2011 sono stati infatti oltre un milione e mezzo i lavoratori destinatari dei trattamenti di Cassa integrazione e mobilità.
Per individuare il numero degli interessati dal problema si deve applicare – spiegano i consulenti del lavoro – il tasso di uscita incentivata dal lavoro (ovvero l´anticipo del raggiungimento dei requisiti per la pensione) che nel settore industria raggiunge la percentuale del 14% di coloro che hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali. A questi vanno aggiunti i lavoratori, nati dopo il 1946, autorizzati alla prosecuzione volontaria e con un ultimo versamento contributivo versato in data antecedente il 6 dicembre 2011 (circa 133 mila soggetti). Tirando le somme sono, quindi, circa 370 mila esodati sui quali è necessario intervenire.
 
Le possibili soluzioni
La soluzione per il problema degli esodati non può passare per una deroga alla riforma delle pensioni, ha sottolineato il ministro Fornero.
“Passando alle ipotesi di soluzione – ha spiegato il ministro – credo che queste dovranno tener conto delle diverse platee descritte e delle loro rispettive peculiarità e non necessariamente consistere per tutti in una deroga alla nuova disciplina pensionistica. Occorre anzitutto essere pienamente consapevoli dell´onere che il ripristino dei vecchi requisiti per l´accesso alla pensione di questa nuova platea di lavoratori comporta e della corrispondente sottrazione di risorse rispetto ad altri possibili impieghi, magari egualmente meritevoli di attenzione sotto il profilo sociale. Oneri e coperture dovranno per ciò essere attentamente vagliati”.
“Il Governo si è già ripetutamente espresso manifestando l´intenzione di salvaguardare innanzi tutto i lavoratori interessati da accordi collettivi, in specie sottoscritti con l´ausilio dello stesso Governo attraverso il Ministero del lavoro e quello dello sviluppo, dato che l´approdo alla pensione al termine della mobilità era in questi accordi considerato elemento essenziale per la loro stessa conclusione”, ha aggiunto.
 
Le soluzioni al problema degli esodati dovranno necessariamente essere diverse e una di queste per i lavoratori più giovani potrebbe essere l´estensione del trattamento di disoccupazione o il sostegno all´impiego.
“Per quanto riguarda i lavoratori meno anziani – ha detto il ministro – il mix delle soluzioni può muovere dall´estensione del trattamento di disoccupazione a formule di sostegno dell´impiego di queste persone, per esempio, con incentivi contributivi e fiscali nella direzione indicata dallo stesso disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Non vanno esclusi la partecipazione su base volontaria a lavori di pubblica utilità, che possono essere gestiti dagli enti territoriali, utilizzando loro fondi, né, previo accordo con le parti sociali, l´uso dei fondi interprofessionali”.
“Da ultimo, sempre nella valutazione del costo collettivo e dell´impatto sul trattamento previdenziale del singolo lavoratore, si potrebbe considerare di ricorrere ad una norma per estendere il contributivo pieno anche agli uomini – già in vigore per le donne – come opzione di scelta da demandare a lavoratore e azienda”, ha spiegato Fornero.


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