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Il caso Generali. Perissinotto: “Non mi dimetto”

Torna alta la tensione in Generali. Poco più di un anno dopo la sostituzione del presidente Cesare Geronzi con Gabriele Galateri di Genola, Mediobanca sta preparando un altro cambio, questa volta sul fronte manageriale.
Per sabato alle 10,30 a Milano è stato convocato un consiglio straordinario. Il group ceo Giovanni Perissinotto sarebbe in uscita, secondo le indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa. Un gruppo di consiglieri guidati da piazzetta Cuccia avrebbe firmato la richiesta del board straordinario. Sul tavolo del cda arriverà il malumore dei soci per la gestione del gruppo, alla luce soprattutto dell´andamento deludente del titolo.
 
L´appuntamento si preannuncia caldo: nei giorni scorsi Mediobanca avrebbe già chiesto senza successo al group ceo di fare un passo indietro, si è appreso da fonti vicine alla vicenda. La situazione appare in evoluzione, con la previsione che si andrà comunque alla conta dei voti in consiglio. Il fronte dei soci appare però piuttosto coeso sul ricambio e si sarebbe già garantito un consenso più che ampio in consiglio. Gli azionisti starebbero anzi già lavorando a una rosa di tre nomi da portare in cda, e in pole position per il vertice del Leone sembra esserci Mario Greco, l´ex di Ras e oggi ceo del ramo general insurance alla Zurich.
 
“Nonostante negli anni io abbia mio malgrado preso atto che Mediobanca ritiene di avere diritti speciali sul destino di questo Gruppo, sono ancora incredulo di fronte a quanto mi è stato comunicato”, scrive Perissinotto, in una lettera inviata a tutti i consiglieri del gruppo in vista della riunione di domani per una sua possibile sostituzione. Parlando di “vizio procedurale caratterizzato da una convocazione irrituale del consiglio” Perissinotto contesta le ragioni che Mediobanca intende opporre per procedere alla sua sostituzione, anche se ammette di condividere il fatto “che le performance dell´azione Generali sono state negli ultimi tempi insoddisfacenti”.
 
Ma, aggiunge, “anche la più superficiale delle analisi dirà che questo non è il risultato di errori di gestione, ma è direttamente legato alla percezione dei mercati della nostra storica, attuale e significativa esposizione verso l´Italia e al fatto che siamo stati e rimaniamo leali sostenitori del debito sovrano del Governo italiano”.
“La riprova di ciò – ricorda Perissinotto – si ricava da una comparazione con i risultati dei nostri principali competitors i quali, a tutti è noto, si sono giovati di ingenti immissioni di mezzi propri al contrario della nostra Compagnia che, per volere anche e soprattutto del suo socio di riferimento, non ha voluto scegliere questa strada”. “Volere dare spiegazioni differenti da questa – conclude – sarebbe intellettualmente disonesto”.
 
Nella tarda serata di ieri Assicurazioni Generali ha confermato in una nota, su richiesta della Consob, che all´ordine del giorno del cda è previsto esplicitamente che ci sia il tema dei vertici della compagnia e quello della “eventuale sostituzione di amministratori”.
La notizia arriva in un momento di calma solo apparente sul Leone. Un mese fa, infatti, Leonardo Del Vecchio, azionista delle Generali con il 3%, aveva fatto un pesante affondo sulla gestione chiedendo espressamente le dimissioni di Perissinotto e mettendo sotto accusa tutte le grandi operazioni degli ultimi anni delle Generali: l´investimento in Telecom e, più recentemente, nella russa Vtb, l´alleanza con Petr Kellner in Ppf, il progetto immobiliare di Milano Citylife e i titoli di stato greci. Mediobanca, primo azionista con il 13,24%, si è limitata solo a un “no comment”.



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