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Strage di Brindisi, ancora giallo sul movente. Forse la rabbia

Le indagini sulla strage alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi proseguono, manca qualche tassello ma inquirenti e investigatori non hanno dubbi e la confessione di Giovanni Vantaggiato è ritenuta chiara: “Ho fatto io la bomba, l´ho trasportata, l´ho sistemata, l´ho fatta esplodere”, avrebbe detto il 68enne fermato nell´interrogatorio di ieri nella Questura di Lecce. Dalle tre del pomeriggio fino alle 22 non ha detto nulla, poi ha confessato. È entrato nei dettagli della costruzione di quell´ordigno che è esploso davanti alla scuola uccidendo Melissa Bassi e ferendo altre cinque studentesse. “Ho fatto tutto da solo – avrebbe detto – ho svuotato le bombole, ci ho messo dentro la polvere pirica, dei fuochi d´artificio, l´ho fatto nel mio deposito”. Un deposito rovistato in ogni angolo da ieri notte fino ad oggi dagli investigatori che poi sono passati anche all´imbarcazione di 12 metri che l´uomo ha ormeggiata a Porto Cesareo.
 
Preciso e perfettamente consapevole, ha descritto minuziosamente e in modo ritenuto “attendibile” la preparazione dell´ordigno e la sistemazione dell´ordigno all´ingresso della scuola Morvillo Falcone. Ma sul movente non ha voluto parlare, non lo ha dichiarato, non ha detto perché lo ha fatto, non rispondendo alle domande sul ´perché´. Eppure, ragionano gli inquirenti un movente, inteso come spinta all´azione ci deve essere, se un uomo carica una bomba in auto a Copertino, fa 60 chilometri, arriva a Brindisi, la piazza di fronte ad una scuola e il giorno dopo ritorna e la fa esplodere.
 
“I soldi non ci sono più, c´è la crisi”, avrebbe detto in maniera confusa durante l´interrogatorio, un uomo “arrabbiato col mondo” così come è stato descritto dagli inquirenti. Ma alcune tracce di quella inspiegabile rabbia in realtà si vanno raccogliendo. Fino a quattro anni fa, il titolare del deposito di carburanti, riforniva di gasolio tutte le scuole nella provincia di Brindisi, compresa la Morvillo Falcone, 4 milioni di litri di gasolio, poi la Provincia ha cambiato appalto. È successo tempo fa, ma dopo è arrivata la vicenda della truffa, dove ha perso 300mila euro. Il 19 aprile è stato condannato un uomo per quella truffa, il 68enne era la vittima, ma per l´azione di risarcimento avrebbe dovuto aspettare. Potrebbe essere questo che ha aumentato la sua rabbia. E forse la scuola Morvillo Falcone potrebbe essere solo un simbolo, avrebbe potuto colpire qualsiasi altra scuola della provincia.
 
Nonostante non si trovasse in crisi finanziaria, la stabilità economica sembra infatti essere una sua ossessione. Eppure alla domanda “perché l´hai fatto” non ha risposto, alzando le spalle. Non avrebbe mostrato pentimento, durante l´interrogatorio e dopo il 19 maggio a continuato a fare la vita di prima. La strage di Brindisi sembra così il gesto isolato di un uomo “arrabbiato con il mondo”, cieco della sua rabbia, tanto che il timore che potesse farlo di nuovo, anche se non subito, c´è stato, e il fermo ha messo fine a tale timore.
 
 

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