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Corvi in Vaticano? La smentita di padre Lombardi

La sala stampa vaticana torna sulla questione della fuga di documenti vaticani riservati e smentisce “per l’ennesima volta” il quotidiano La Repubblica che oggi avrebbe pubblicato, secondo padre Federico Lombardi, un articolo “praticamente copiato da un servizio di una settimana fa di ´Die Welt´”
“L´articolo di Repubblica di questa mattina sulla vicenda della fuga di documenti vaticani ricopia un articolo firmato da Paul Badde, apparso su ´Die Welt´ online una settimana fa (15 luglio) – afferma il portavoce vaticano – senza aggiungere praticamente nulla se non alcuni argomenti non pertinenti e interpretati in modo infondato. Faccio notare che l´articolo di Die Welt non era stato ripreso finora dalla generalità della stampa tedesca, che ne aveva giustamente riconosciuto l´evidente parzialità e la grave responsabilità di indicare alcune persone come corresponsabili senza argomenti oggettivi. Per questo non avevo ritenuto opportuno reagire ad esso con decisione”.
 
“L´affermazione, fatta per dovere: ´Com´è ovvio, per tutti vale la presunzione di innocenza´, alla luce dell´articolo e della sua presentazione appare perlomeno ipocrita. Quanto a un loro ´allontanamento´ dai loro incarichi, il card. Sardi ha terminato il suo compito in Segreteria di Stato quando aveva ormai compiuto i 75 anni, la signora Stampa continua a lavorare in Segreteria di Stato, e Sua Ecc. Clemens è Segretario del Pontificio Consiglio dei Laici da diversi anni ed è falso che abbia ricevuto dal Papa una lettera come quella descritta nell´articolo di Die Welt (lettera a cui Repubblica fa riferimento solo indirettamente)”.
 
“Ho ripetuto molte volte – afferma padre Lombardi – che il fatto di essere sentiti da una commissione nel corso delle sue indagini non significa in alcun modo essere sospettati. Era ovvio che le tre persone indicate nell´articolo possano essere state ascoltate, ma ciò non dice nulla sul loro essere sospettate di corresponsabilità e ´complicità´ (come afferma – fatto di estrema gravità – il rimando in prima pagina del giornale). La frase del card. Herranz sulle ´sorprese´ dell´inchiesta aveva – come egli stesso mi spiegò – il significato opposto a quello che gli è stato attribuito, cioè le ´sorprese´ alla fine sarebbero state quelle di molti giornalisti che si erano immaginati spiegazioni infondate. Ciò vale anche per questo articolo”.
 
“A questo punto è giusto far notare come l´informazione data in articoli di ´Repubblica´ su tutta questa vicenda sia stata particolarmente – e direi inspiegabilmente – caratterizzata da interventi che ho dovuto ripetutamente e pubblicamente smentire”.
Lombardi ricorda le occasioni più evidenti in cui questo è accaduto: “La presunta intervista (mai esistita) con la moglie di Paolo Gabriele poco dopo l´arresto (27 maggio); l´intervista con un monsignore non identificato in cui si affermava l´esistenza di una (assolutamente inesistente) équipe di ´relatori´ coordinata da una donna, che doveva riferire direttamente al Papa (28 maggio); l´articolo su un presunto ´hacker´ (assolutamente inesistente) consulente informatico del Vaticano improvvisamente scomparso (14 giugno); l´indicazione di tre nomi di cardinali che sarebbero stati interrogati dalla Commissione cardinalizia (falso in tutti e tre i casi) (19 giugno).
 
Poi aggiunge: “Questo articolo copiato in modo praticamente letterale dal tedesco una settimana dopo, che addita intenzionalmente come ´complici´ tre persone degne di stima e rispetto sembra colmare la misura. In un tema complesso e delicato come questo, mi sembra che i lettori di uno dei più diffusi quotidiani italiani meritassero ben altro rispetto della correttezza e della deontologia dell´informazione”.
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