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Le parole di Beppe Grillo a Rosy Bindi

Indecenti, stomachevoli, ciniche. Queste le parole che sono state utilizzate da alcuni rappresentanti del mondo politico per descrivere le parole con cui Beppe Grillo si è rivolto a Rosy Bindi parlando di matrimonio tra omosessuali.
 
Ecco le parole sotto accusa che Grillo ha pubblicato sul suo blog: “All´assemblea del pdmenoelle, il partito che vorrebbe governare l´Italia (non ridete per favore), si è discusso principalmente di un fatto che dovrebbe essere scontato, pacifico: le nozze gay e i diritti delle coppie omosessuali. Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge”. Poi ha aggiunto: “La Bindi, che problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti, ha negato persino la presentazione di un documento sull´unione civile tra gay. Vade retro Satana. Niente sesso, siamo pidimenoellini. La Binetti sotto il palco gridava ‘Devianza, devianza!’, mentre indossava un cilicio osè sulla coscia e si flagellava con un frustino di corda”.
 
Per la deputata del Pd Livia Turco, “L`attacco di Grillo a Rosy Bindi è stomachevole. Quando si arriva ad aggredire volgarmente la sfera personale – prosegue – si dimostra prima di tutto il vuoto e il cinismo di chi lo fa. Poi, si esprime la peggiore politica di chi, pur di apparire, calpesta anche il minimo senso della dignità e del rispetto”.
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani le ha trovate “indecenti”: “Le parole di Grillo nei confronti di Rosy Bindi sono indecenti: sono il segno di un maschilismo e di una volgarità di cui pensavamo avesse dato miglior prova Berlusconi, ma evidentemente al peggio non c`è limite”.
Solidarietà a Rosi Bindi per le parole di Grillo sono giunte anche dal vice segretario del Pd Enrico Letta che su Twitter scrive: “Mano mano che si esprime
 
E per il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, Grillo sta avanti solo negli insulti: “L`attacco di Grillo a Rosy Bindi ha tratti di squallore che non appartengono al dibattito politico e ricorda il peggior conservatorismo maschilista di una certa italietta. Un tratto culturale negativo – ha concluso – che è così duro da estirpare perché è professato anche da chi dice di essere `avanti`. Ma avanti a chi, avanti a cosa? Se si parla così si è avanti solo negli insulti. E, soprattutto, se chi parla così rappresenta il cambiamento, allora l`Italia ha davanti a sé tempi davvero duri”.
 
v.c.
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