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Messa: “Troviamo le soluzioni per governare la crisi dell’Ue”

L’egoismo, quasi violento, della Germania e dei paesi del nord Europa ostacola la risoluzione della crisi. “Purtroppo adesso è l’Italia, con la Spagna, a pagare un prezzo troppo alto e francamente ingiustificabile” dichiara Paolo Messa, fondatore della rivista Formiche e consigliere del ministro dell’Ambiente Clini in un´intervista al quotidiano “la Discussione”.
E se la Germania non accetterà le soluzioni prospettate da Monti sullo scudo anti-spread e sul ruolo della Bce, non avremo alternativa: “L’ipotesi di una uscita dal contesto della moneta unica”.
“A distanza di poco più di vent’anni non possiamo non riconoscere che il progetto di un’Europa fondata esclusivamente sulla monete unica si è rivelato troppo fragile”, spiega Messa.
 
I mercati internazionali colpiscono le “deboli” Italia e Spagna. Ma a non convincere è soprattutto il progetto euro?
A distanza di poco più di vent’anni non possiamo non riconoscere che il progetto di un’Europa fondata esclusivamente sulla monete unica si è rivelato troppo fragile. Sicuramente l’euro ha svolto un ruolo importante. Poi con la crisi esplosa in Grecia si è rivelata in modo drammatico l’insufficienza di una architettura istituzionale che non ha saputo realizzar l’upgrade con una Unione politica a tutto tondo. Purtroppo adesso è l’Italia, con la Spagna, a pagare un prezzo troppo alto e francamente ingiustificabile.
 
L’Europa ha ancora la forza per trovare la giusta direzione oppure le divisioni tra i “rigoristi” e i Paesi in difficoltà sono diventate troppo profonde?
Il governo Monti ha riportato l’Italia al centro della diplomazia europea. Le iniziative e le manovre economiche messe in campo dal nostro esecutivo hanno avuto grande il merito di allontanare da noi il sospetto, o meglio l´alibi, di un Paese non fiscalmente disciplinato. Abbiamo fatto i compiti a casa, e forse anche più di quanto non fosse strettamente necessario. Monti stesso si è rivelato, con Draghi, il campione dei migliori ideali europei. Adesso, però, non possiamo non prendere atto dell’egoismo, quasi violento, della Germania e dei paesi del nord Europa.
 
Monti ha più volte sottolineato che un livello dello spread così elevato non è giustificato dai nostri fondamentali. Pesa molto, invece, l’instabilità politica. È così?
Sicuramente l’attuale offerta politica è insufficiente e non offre speranze agli italiani. Figuriamoci ai mercati internazionali. Un quadro politico così pietrificato non incide positivamente. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo anche avere l´onestà intellettuale di riconoscere che di dire che il nodo da sciogliere resta quello europeo.
In questo momento drammatico serve un gesto coraggioso del governo, pienamente sostenuto dalle forze politiche e sociali presenti dentro e fuori dal Parlamento. Avendo approvato persino il Fiscal compact, ora bisogna avere la capacità di mettere sul tavolo anche l’ipotesi di una uscita dal contesto della moneta unica. Naturalmente è una extrema ratio ma, se la Germania non accetterà le soluzioni prospettate da Monti sullo scudo anti-spread e sul ruolo della Bce, non avremo alternativa. La scelta che abbiamo di fronte è questa. Provare a governare la crisi assumendocene i rischi o rassegnarci a subirla.
 
Intervista a cura di Gianpaolo Tarantino pubblicata il 24 luglio 2012 su “la Discussione”


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