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Addio a Gore Vidal, il Voltaire moderno d’America

Lo scrittore americano Gore Vidal, autore di libri come “Lincoln” e “Myra Breckenridge”, è morto ieri all´età di 86 anni. Lo riporta il Los Angeles Times. Secondo quanto ha riferito il nipote, Burr Steers, Vidal è morto nella sua casa di Los Angeles a seguito di complicazioni dovute a una polmonite. Vidal ha vissuto per lungo tempo a Ravello, in Italia. Proprio nella villa ´La Rondinaia´, dove trascorrevano le vacanze i suoi amici famosi – da Orson Wells a Mick Jagger, da Rudolf Nureyev a Paul Newman e Tennessee Williams – Vidal aveva scritto le sue maggior opere.
 
Gore Vidal è considerato uno dei giganti della letteratura americana, al livello di Norman Mailer e Truman Capote. Ha scritto 25 romanzi, saggi, spettacoli teatrali che hanno riscosso grande successo a Broadway, sceneggiature e film per la televisione. Tra i romanzi, ricordiamo il controverso “La Statua di sale” (The city and the pillar), che affronta per la prima volta il tema dell’omosessualità.
Gore Vidal, che non nascondeva nei suoi libri le sue idee politiche molto nette, aveva più volte tentato senza successo di candidarsi per cariche politiche. Era stato anche consigliere personale del presidente JfK anche se, diceva spesso, “l´unica cosa che ho sempre voluto fare è il presidente”. Adorava partecipare ad accesi dibattiti televisivi ed era apparso anche nel film Roma di Federico Fellini.
 
Vidal amava rappresentarsi come una sorta di moderno Voltaire, in grado di commentare le follie della sua nazione e dei contemporanei con spirito sagace e sferzante. Una prova monumentale si ha nel saggio “United States”, con cui nel 1993 ottenne anche il National Book Award, in cui raccoglie saggi letterari, politici e di pura verve polemica. Memorabili una serie di ritratti irriverenti di una carrellate di presidenti americani, quello, che ancora una volta fece scandalo, della famiglia Kennedy nel “The Holy Family”.
 
 


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