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Monti&Berlusconi, c’eravamo tanto odiati… o no?

Dopo Der Spiegel, è una nuova intervista a creare problemi a Mario Monti. Quella al Wall Street Journal in cui il Premier italiano non è tenero con l´esecutivo Berlusconi. “Se il governo precedente fosse ancora in carica lo spread dell´Italia sarebbe a 1.200 o qualcosa del genere” afferma.
 
Parole che hanno suscitato un vespaio di polemiche. Anche se il diretto interessato non ha commentato, l’hanno fatto per lui i suoi compagni di partito che per lanciare un segnale a Monti hanno addirittura fatto andare sotto il governo su un ordine del giorno del decreto per la spending review. “Lo abbiamo fatto apposta – spiega il tesoriere del gruppo Pietro Laffranco – per protesta contro le parole di Monti su Berlusconi. Ha detto una sacrosanta sciocchezza e noi abbiamo voluto lanciare un segnale”.
 
Un uragano al quale Monti ha cercato di porre rimedio con un telefonata direttamente a Silvio Berlusconi per chiarire la frase incriminata.
“Il presidente del Consiglio, Mario Monti, come ha chiarito in un colloquio telefonico con il presidente Silvio Berlusconi, è dispiaciuto – si legge in una nota di palazzo Chigi – che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread, che era contenuta in un colloquio di ampio respiro con il WSJ, sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle sue intenzioni”. Tra il Prof e il Cav la storia continua.


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