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Usa 2012 Stupro e aborto infiammano la campagna elettorale

Dopo le parole del deputato Todd Akin, lo stupro e l´aborto tornano ad infiammare il dibattito politico statunitense e rendono la campagna elettorale per l´elezione del prossimo presidente sempre più polarizzata.
Dopo la candidatura di Paul Ryan alla vicepresidenza Usa al fianco di Mitt Romney e a pochi giorni dalle convention dei due partiti, il Presidente Barack Obama è ancora in testa nella corsa alla Casa Bianca. Stando all´ultimo sondaggio realizzato da NBCNews e Wall Street Journal, la coppia democratica Obama-Joe Biden è data per favorita con il 48% delle preferenze, contro il 44% accordato al ticket repubblicano Romney-Ryan. A luglio Obama era in testa con il 49% contro il 43% di Romney.
 
E uno dei temi più bollenti di questi giorni è senza dubbio l´aborto: da un lato la posizione intransigente dei repubblicani che intendono rimettere al centro della loro agenda il divieto di abortire. Dall´altro la campagna del democratico Obama che si pone a paladino delle donne.
 
A fare scandalo sono state soprattutto le dichiarazioni del deputato Missouri Todd Akin, secondo cui una donna che è rimasta incinta non può essere stata stuprata, perché in caso di “stupro vero e proprio” il corpo femminile chiuderebbe istintivamente i circuiti del concepimento. Akin è candidato per un seggio al Senato federale che spera di strappare alla democratica Claire McCaskill.
 
Ed anche lo stesso Barack Obama è sceso in campo per condannare le dichiarazioni di Akin: “lo stupro è stupro”. Il repubblicano ha messo in imbarazzo il campo dello sfidante Mitt Romney, che si è affrettato a dichiarare che in caso di stupro l´aborto è legittimo secondo lui e il suo candidato vicepresidente Paul Ryan. Ma il fatto è che i repubblicani sembrano in realtà d´accordo con Akin . “Come parlamentare, Akin ha una storia di voti sull´aborto che non si distingue dalla maggior parte dei suoi colleghi repubblicani alla Camera” scrive oggi il New York Times. “Una delle loro priorità resta la restrizione del diritto all´aborto”, sancito negli Usa dalla storica sentenza della Corte Suprema Roe contro Wade del 1973.
 
Il candidato presidente Mitt Romney da governatore del Massachusetts difese il diritto all´aborto in caso di incesto, stupro, o pericolo per la vita della madre (è la posizione ufficiale della Chiesa mormone a cui appartiene); ma si trova nella scomoda posizione di dover cambiare fronte e ha invocato “un passo indietro” da parte di Akin – che invece rifiuta di rinunciare a candidarsi.
 
Secondo i sondaggi del resto la maggioranza degli elettori repubblicani trova Romney troppo “liberal”. Il suo candidato vice Ryan – scelto proprio perchè conservatore – si trova di fronte all´esigenza di smentire le parole Akin, almeno sull´uso del termine “legitime rape”, “stupro legittimo” o “stupro vero e proprio”.
Ma in passato è spesso stato sulla stessa linea e fu fra i firmatari di un progetto di legge sull´aborto che parlava di “stupro forzato”.
 
Akin dunque ha parlato al momento sbagliato, così come dichiara lui stesso in uno spot, ma il concetto che ha espresso piace ai colleghi parlamentari obbligati ad accantonare la battaglia sull´aborto negli ultimi due anni, scrive il Times, “dalla crisi fiscale e dal dibattito sul deficit federale”. La battaglia per la restrizione del diritto all´aborto gode del sostegno dei leader repubblicani alla Camera, incluso l´attuale Speaker (presidente) John A. Boehner e il capogruppo del partito, Eric Cantor.
 


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