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#Usa2012L’investitura di Romney a Tampa

Mitt Romney ha ufficialmente ottenuto la nomination repubblicana per la corsa alla Casa Bianca. Ieri sera, alle 17:40 americane (le 23:40 in Italia), il Tampa Bay Times Forum, il palazzetto dove è in corso la convention repubblicana, è esploso in applausi e urla: l`ex governatore del Massachusetts, grazie ai 50 voti del New Jersey, è arrivato a 1.144 delegati, quelli che servivano per la “consacrazione”.
“Mitt! Mitt! Mitt!” hanno urlato i presenti, mentre in sottofondo partiva “Shout”, la hit portata al successo dagli Isley Brothers nel 1959. Giovedì Romney accetterà la nomination, poi dovrà vedersela con Barack Obama e cercare di prendersi la rivincita per la sconfitta di quattro anni fa (si era candidato, ma la nomination era andata al senatore John McCain).
 
Al termine della “roll call”, la procedura con cui i rappresentanti degli Stati assegnano uno alla volta i propri delegati al candidato alla presidenza prescelto (salvo improbabili sorprese, i voti vanno sempre a chi ha vinto le primarie nello Stato), la maggioranza dell`ex governatore del Massachusetts era schiacciante: 2.061 voti, contro i 193 di Ron Paul, lontanissimo secondo (9 voti sono andati a Rick Santorum, uno a testa a Michele Bachmann, Jon Huntsman e Christina Roemer; 20 gli astenuti e i voti non assegnati).
Al di là dei numeri, appunto scontati, fanno notizia i voti che Ron Paul è riuscito a ottenere. Voti di protesta, che dimostrano le divisioni interne al partito repubblicano. I fan del deputato del Texas hanno rumorosamente sostenuto il loro candidato, accogliendo con urla entusiastiche l`appoggio di Iowa, Nevada e Minnesota. “Let him speak”, fatelo parlare, ha urlato qualcuno, facendo riferimento al fatto che Paul non è stato incluso nella lista degli speaker.
 
Ieri erano molto attesi i discorsi di Ann, la moglie di Mitt Romney, e di Chris Christie, il governatore del New Jersey, sul palco per il “keynote address”, il discorso più importante di una convention, escluso quello del candidato alla Casa Bianca.
Ann è salita sul palco e ha raccontato la sua storia di donna accanto a un uomo forte, in grado di affrontare le sfide e di vincerle: “Nessuno lo ha aiutato, si è costruito il successo da solo”. Ricorrente il ricorso, da parte anche degli altri oratori, al “sogno americano distrutto” dal presidente Barack Obama.
 
“Potete fidarvi di Mitt” ha concluso Ann, che ha voluto parlare “di amore, non di politica e partiti”. All´amore preferisce il rispetto, invece, Chris Christie. Lo scenografico governatore non ha deluso: partito dai ricordi personali (il consiglio della mamma siciliana: “Meglio essere rispettati che amati”), è passato subito al racconto di come uscire dalla crisi, portando a esempio il suo New Jersey. “Non siamo mai stati vittime del destino, ma padroni di noi stessi. Non voglio far parte di una generazione che fallisce. Voglio che i miei figli vivano in un secondo secolo americano” ha detto il governatore. “E´ tempo di alzarsi in piedi, non c´è più tempo da perdere. Se voi combatterete con me per Mitt Romney, io combatterò con voi. Stasera, scegliamo il percorso che ha sempre definito la storia della nostra nazione.
Questa sera sosteniamo Mitt Romney come prossimo presidente degli Stati Uniti. E, insieme, ci batteremo ancora per la grandezza americana” ha concluso Christie fra gli applausi convinti di tutti, Romney compreso.
 


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