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Monti, Buttiglione e Berlusconi. Tutta la verità

Silvio Berlusconi è un noto affabulatore e si sa che fra le cose che dice e quelle che fa c´è talvolta un certo spread. Non sorprende quindi che quando l´allora presidente del Consiglio scelse di sostituire alla Commissione europea Mario Monti con Rocco Buttiglione spiegò al professore della Bocconi che la causa di quella scelta era conseguenza di una richiesta dell´Udc. Ricostruzione verosimile ma non vera.
 
All´epoca, luglio 2004, il partito guidato da Marco Follini aveva posto al governo condizioni di discontinuità minacciando esplicitamente l´apertura di una crisi politica. In questo contesto, Berlusconi cercò la strategia del “divide et impera” nei confronti del riottoso alleato. Il premier spiegò al partito di Follini e Casini che Mario Monti era commissario dal 1995 e che, dopo oltre nove anni, in Europa consideravano fisiologico un cambio. Quando Berlusconi fece il nome di Buttiglione, che all´epoca era apprezzato ministro per le politiche comunitarie, lo scopo era quello di tentare l´isolamento di Follini nel suo partito.
 
Non sorprende l´abilità di Berlusconi di raccontare a diversi interlocutori diverse versioni dello stesso fatto. Peccato che l´esatto svolgimento degli avvenimenti è rimasto ben chiaro nella memoria di chi li ha vissuti da testimone e soprattutto nella rassegna stampa dell´epoca. I retroscena, ma anche gli articoli e le interviste dei protagonisti, di quel periodo sono chiarissimi e facilmente consultabili.
 
Quello che probabilmente è ancora inedito o non ricordato a sufficienza è il fatto per cui, quando Berlusconi e Fini cacciarono Giulio Tremonti dal ministero dell´Economia, Follini e l´Udc proposero come successore alla scrivania di Quintino Sella proprio il professor Monti. L´operazione non riuscì per la contrarietà degli alleati. Si può però affermare che, per i centristi, prima di Monti premier, c´era già Monti.
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