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Analisi, commenti e ironie su “oppure Vendola”

Poesia e concretezza. Per Proforma che cura la comunicazione di Nichi Vendola, sono sempre state compatibili. E a convincerli è stato proprio lui, Vendola, fin dal 2010. “I suoi oppositori – si leggeva sul sito dell’agenzia di comunicazione – che hanno continuato ad accusarlo di essere solo un poeta, non hanno capito che una vita senza poesia è triste”.
 
E allora libero sfogo a slogan e colori per la nuova sfida di Vendola alle primarie del centro sinistra. La campagna è stata ideata dalla Proforma di Giovanni Sasso, Mario Amura e Ed Testa, con lo studio di design LeftLoft di Milano.
 
Slogan e colori si incontrano e si scontrano in un sito internet che ha già fatto rumore in rete, dando il via a commenti e parodie. Al centro lo slogan principe che racchiude tutto, il nome del candidato proposto in una opzione che sembra vincente. Sei alternative secche: “La solita Italia”, “Il massacro delle partite Iva”, “La finanza senza regole”, “Il massacro della Diaz”, “La Rai ancora a servizio dei partiti”, “L’Italia che frana”, oppure… Vendola. Come a dire, a tutto c’è rimedio. E il rimedio ai mali che affliggono l’Italia è il governatore della Puglia. Non solo. Vendola si presenta come l’alternativa giusta agli altri due candidati, Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, il terzo incomodo.
 
Ma lo slogan su Twitter assume connotati parodistici, e il gioco degli out out vendoliani sembra divertire in tanti. Così come il nuovo hashtag (#oppurevendola), che questa mattina ha raggiunto presto i trend topics. C’è chi appoggia il candidato: “Non c´è storia: Nichi Vendola continua a dare lezioni di comunicazione politica”(@tigella). E chi ironizza lasciandosi andare a grandi quesiti del tipo “Vado a fare la spesa, #oppurevendola?”.
Da #oppurevendola si fa presto a giungere a #oppurevendila fino a #oppurepentola: “Per ora è questa la campagna che ha fatto centro alle primarie” ‏(@ciropellegrino).
 
Le parodie? “Sono proprio quello che vogliamo. Una campagna che non si può parodiare non funziona”, cinguetta soddisfatto Giovanni Sasso, direttore creativo di Proforma.
E a ben guardare, lo slogan sembra aver funzionato. Almeno nella sua missione comunicativa. L’ultima alle primarie.
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