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Dal voto di scambio al vuoto elettorale

La Sicilia si dimostra ancora una volta capace di stupire chiunque: anche stavolta siamo al cappotto elettorale. Con il 52,58%, il partito delle astensioni ha registrato la maggioranza assoluta. I votanti si sono praticamente dimezzati rispetto alle scorse politiche: nel 2008 furono più dell’80%. Così, in un balzo siamo passati dal lamentevole voto di scambio al vuoto elettorale.
 
Il sistema istituzionale si è dimostrato per quello che è: una gabbia costruita attorno ai soli partiti tradizionali, assicurando il monopolio del potere con gli sbarramenti all’ingresso e la governabilità con i premi di maggioranza. Ma è una arena ormai vuota, senza spettatori: anche chi entra, spezzando il monopolio, finisce per trovarsi solo. Il successo del M5S, che sembra aver centrato ampiamente le previsioni della vigilia, diviene parte del medesimo sfondo di cartone: una protesta a sua volta minoritaria, priva di un progetto credibile.
 
C’è un insterilirsi complessivo del sistema politico, tutto giocato sulle regole che servono per determinare chi vince: Porcellum o meno, gli elettori siciliani hanno compreso l’inutilità di questo schema e si sono tirati fuori. D’altra parte, anche a sinistra il dibattito sulle primarie è del tutto analogo: si discute sul se e sul come registrarsi, e se ammettere o meno al ballottaggio chi non abbia votato al primo turno. Si anticipa, a livello di partito o di alleanza, lo stesso schema di gioco che poi si ripeterà ai comizi ufficiali. La politica è sempre più una sorta di competizione che serve a individuare chi vince e sempre meno la forma organizzata di partecipazione dei cittadini alle scelte generali.
 
Il silenzio degli elettori siciliani serba un messaggio ancora più violento: l’astensione di massa è un segnale di delegittimazione verso i partiti tradizionali. Appoggiando il governo dei tecnici, hanno abdicato al loro ruolo, sono venuti meno alle stesse regole del gioco per cui tanto si battono. E’ questa la distanza incolmabile, la sfiducia irrecuperabile.


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