Il cadavere politico di Berlusconi è ancora caldo – sempre ammesso che di cadavere si tratti – e Daniela Garnero, in arte Santanchè, iscrive per prima il suo nome a quello che già a fine giornata sarà un nutrito gruppo di potenziali e aspiranti competitori alle primarie Pdl.
Si candida per fare che? Ma ovviamente per “guidare il fronte dei moderati”, questo leggendario corpus politico che la fantasia vuole maggioritario in Italia e la cui conquista garantirebbe in un certo immaginario la vittoria elettorale. E tanto per far capire meglio di cosa e di chi stesse parlando, la Santanchè, già candidata premier alle ultime elezioni per la Destra di Storace, ha fatto nomi e cognomi: “che Casini debba stare con noi, piuttosto che con Bersani o Vendola, è chiaro agli elettori”.
Il che, volendo, già sarebbe significativo di una certa confusione che regna tra le rovine di Berlusconia (copyright di Giuliano Ferrara), visto che a stretto giro il leader Udc ha fatto sapere che “se la linea del Pdl è quella della Santanchè, non la condividiamo”.
Ma il corto circuito reale sta a monte, nell´abuso del termine moderato. Se in politica, per tenersi alla definizione del De Mauro, questo aggettivo significa “lontano da ogni estremismo ideologico”, la domanda che viene spontanea è cosa c´entri mai l´essere moderato con (Berlusconi e con) la Santanchè.