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Le tigri asiatiche ruggiranno meno. Il mondo si preoccupa

La Banca mondiale ha tagliato al 7,2% le sue stime per quest´anno sulla crescita dell´economia dell´Asia orientale e del Pacifico, Cina inclusa. Nel maggio scorso aveva previsto una crescita del 7,6%. Il Pil della Cina, secondo l´istituto, crescerà solo del 7,7% nel 2012, il peggior risultato da 13 anni a questa parte, contro il +8,2% pronosticato a maggio. L´anno successivo la Banca mondiale prevede una ripresa dell´economia cinese, che tornera´ sopra l´8% grazie alle misure di stimolo decise da Pechino. Bert Hofman, capo economista della Banca mondiale rileva che, nonostante il taglio delle stime, l´istituto prevede che “la Cina avrà un atterraggio morbido”.
 
Più in generale Hofman non calca la mano sul rallentamento dell´economia globale e sostiene che il rischio di una frenata ancora più forte “pensiamo sia piccolo, non tanto per lo spazio di manovra che le autorità ancora anche, quanto per l´augurio che lo usino”.
 
“Hanno abbastanza spazio di manovra di bilancio – spiega – hanno anche spazio di manovra monetario, per cui possono far riprendere l´economia… Come e quanto necessitano”.
 
Hofman nota anche che la Cina è alle prese con un “duplice assalto”: il rallentamento dell´export e l´indebolimento della domanda interna. Più in generale nella regione i vari paesi devono far fronte a una crescita del Pil, che è ai minimi dal 2001 e rallenta più che nel 2009. Anche se nel 2013 dovrebbe tornare a +7,6%.
 
e.m.
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