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Obama e Romney a confronto (semantico)

Come si staranno preparando i due candidati alla Casa Bianca per affrontare il secondo dibattito televisivo di questa notte all’Hofstra University di Long Island? L’incontro tra i due seguirà il modello “town hall”. Ciò vuol dire che le domande non saranno poste dai giornalisti ma dal pubblico. Ciascun candidato avrà quindi due minuti per rispondere. A moderare, Candy Crowley, esperta di politica, numero uno della Cnn e prima donna in vent´anni a moderare un dibattito presidenziale. Al presidente Barack Obama, uscito sconfitto dalla prima manche, non sarà più concesso sbagliare, mentre Mitt Romney dovrà tenere a bada la sua tendenza a commettere gaffe. Abbandonato il celebre detto “verba volant”, le parole dei due candidati non passeranno inosservate e su di esse potrebbe giocarsi la sfida alla Casa Bianca.
 
Expert System grazie al software semantico Cogito, ha analizzato, ad esempio, il linguaggio usato da Obama e Romney nel corso del primo dibattito politico che si è svolto in diretta televisiva il 6 novembre 2012. Costruzioni complesse, ritmo più lento e linguaggio un po’ più alto per Obama, a fronte di un numero maggiore di frasi semplici, a proposizione unica, con una maggiore, seppur leggera, connotazione negativa di Romney, sottolineano gli esperti della società che sviluppa software semantici. Se la scelta del linguaggio di Obama potrebbe essere dettata dalla volontà di rivolgersi a un pubblico culturalmente più elevato, la concretezza e la semplicità di Romney farebbe pensare a una maggiore incisività e sicurezza. E una maggiore concretezza di Romney rispetto ad Obama si può evincere, ad esempio, dall’uso dei verbi: Romney fa un uso maggiore di can e will rispetto ad Obama, che pronuncia più volte would. I primi quattro verbi più usati? Be, do, get, say per Obama e be, have, get, say per Romney. La distribuzione dei verbi per frequenza potrebbe far pensare a una maggiore fattività da parte di Obama rispetto a Romney: come si evince, ‘do’ (verbo fare) è al secondo posto nella lista dei principali verbi di Obama mentre è assente fra i primi quattro verbi usati da Romney.
 
Dall’analisi dei termini usati dai due candidati si possono cogliere i sentimenti e le emozioni che vengono trasmessi. Per il debutto, Romney ha utilizzato un linguaggio più appassionato del suo contendente, che invece si è limitato a un linguaggio più neutrale. Il risultato? Un feeling più positivo per il primo, un sentimento più negativo rispetto al secondo.
Ma confrontando i principali lemmi e insiemi di parole, si nota che i due candidati sottolineano gli stessi punti: le piccole imprese, i costi dell’America, il settore privato e la crescita economica. A differenziarli solo l’assistenza sanitaria, prestiti agli studenti e potere d’acquisto, menzionati da Obama, versus una maggiore attenzione sulle tasse da parte di Romney.
 
Ma cosa decreta la vittoria di un candidato in un dibattito politico? “L’analisi semantica dei discorsi ha messo in evidenza stili di comunicazione e contenuti diversi ma in generale in linea con il programma politico e l’elettorato di riferimento di ciascun candidato”, ha spiegato Luca Scagliarini, vicepresidente Strategy & Business Development di Expert System: “Eppure i commenti e le reazioni degli elettori hanno premiato uno dei due candidati. Questo dimostra che il successo nei dibattiti politici, che spesso vengono criticati per la povertà contenuti, si basa in realtà molto su aspetti diversi quali sguardi, gestualità e tono della voce”.
 
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